Si è scoperto in che modo il granchio blu è riuscito ad approdare dalle nostre parti, finendo con il creare danni per svariate migliaia di euro.
Il granchio blu è l’ultima delle specie aliene che hanno invaso gli ecosistemi alle nostre latitudini. Lungo le coste italiane ed in altre aree del Mar Mediterraneo questo crostaceo non si era mai visto prima della sua comparsa, che è avvenuta in tempi recenti. I primi avvistamenti risalgono infatti al 2016. Da allora poi il granchio blu ha avuto modo di proliferare in maniera indisturbata, senza praticamente avere grossi ostacoli. Fino a diventare adesso un grosso problema per quelle che sono le specie autoctone.
Per colpa del granchio blu ci sono stati, solamente quest’anno, danni per centinaia di migliaia di euro. Tra attrezzature per la pesca distrutte da questo essere del mare di indole particolarmente aggressiva e popolazioni locali di molluschi e di altri crostacei che il granchio blu aggredisce senza troppi complimenti (ne hanno fatto le spese soprattutto cozze, vongole ed altri gamberi e granchi, n.d.r.), i pescatori specialmente in Veneto ed in Sardegna ne hanno avuto di problemi. C’è una teoria sul come abbia fatto il bellicoso granchio blu ad arrivare sin da noi da molto lontano. Da dove proviene?
L’habitat naturale di questa specie è costituita in prevalenza dall’ampio tratto di Oceano Atlantico che va dal Canada fino al Golfo del Messico. Da quel che risulta sembra che questo granchio sia arrivato dall’altra parte del mondo, fino all’Italia, utilizzando come tramite le grosse navi mercantili che compiono le rotte atlantiche per migliaia di chilometri. In particolare c’è una operazione ben specifica che potrebbe avere contribuito a “raccogliere” i granchi blu facendone dei passeggeri poco graditi per queste traversate transoceaniche.
Sapete che cos’è l’acqua di zavorra? Si tratta di acqua di mare caricata proprio sulle navi di grossa stazza e serve per equilibrare la massa di quanto viene trasportato (merci, strumentazioni…). Questa cosiddetta acqua di zavorra viene messa in delle cisterne appositamente installate sulle grosse imbarcazioni transatlantiche. Quando una nave viene scaricata del proprio peso bisogna evitare che emerga troppo, come ci insegna il principio di Archimede.
Per evitare ciò si fa ricorso proprio all’acqua di zavorra, per l’appunto. E per potere procedere in tutta sicurezza, la imbarcazione trasporterà l’acqua di zavorra in un nuovo porto. Qui potrà prendere il prossimo carico scaricando l’acqua in quel momento e mantenendo così inalterata la propria massa. Fino a quando verrà il momento di effettuare una ulteriore equilibratura tra peso da caricare o scaricare e relativa acqua di zavorra da assumere o da fare defluire.
Sarà capitato a diversi tra noi di vedere dei getti di acqua fuoriuscire dalle navi che sono ferme in porto. L’acqua viene scaricata da dei fori posti in basso nelle navi. In questo modo è possibile trasportare l’acqua imbarcata a migliaia di chilometri di distanza potenzialmente in un’altra località situata in un altro continente. Per fare un esempio, tra gli anni Ottanta e Novanta nel i laghi di Canada e Stati Uniti è avvenuta una invasione di una specie aliena, la cozza zebra. La sua provenienza è il Mar Caspio. E da quel che risulta anche i granchi blu, allo stato larvale, sarebbero giunti con questo sistema da noi, per poi proliferare indisturbati.
Il WWF ha voluto lanciare dei preziosi consigli da mettere in atto in questo prossimo…
Hai pianificato il menù di Natale e tra le varie pietanze compare l'anguilla? Ecco perché…
Cosa accomuna queste piante, se non la lettera Z? E' difficile conoscerle tutte: alcuni nomi…