Gli esperti lanciano nuovamente l’allarme sull’invasione del granchio blu in Italia: di recente il crostaceo è riuscito ad arrivare sino al fiume Po.
Cresce l’allarme per l’invasione del granchio blu nelle acque del nostro Paese. Il crostaceo, autoctono delle del continente americano, è arrivato da qualche settimane in Italia, dove avrebbe trovato un habitat favorevole per la riproduzione.
Gli esemplari della specie sono stati avvistati in diverse aree italiane ed ultimamente anche nel fiume Po. In molte località lungo il corso d’acqua, decine di chili di quello che ormai è stato ribattezzato come il “killer delle vongole” sono stati pescati. Una situazione preoccupante per gli esperti.
Il granchio blu ha invaso anche le acque del fiume Po. Da qualche settimana, in differenti località sul fiume gli avvistamenti si sono moltiplicati e, in alcuni casi, i pescatori ne hanno catturati addirittura decine e decine di chili.
Per gli esperti, la situazione non sarebbe da sottovalutare. Stando a quanto spiegato da alcuni biologi, come riportano i colleghi della redazione di Tgcom24, il crostaceo proveniente dalle acque atlantiche dell’America avrebbe mutato carattere una volta giunto in Italia riuscendo a compiere grandi spostamenti, comportamento raro per questa specie. Nel nostro Paese, difatti, è riuscito a passare dal mare sino al fiume Po divorando grandi quantità di cozze, vongole e ostriche, tanto da essere stato soprannominato come il “killer delle vongole”.
Tutto questo renderebbe molto difficile, a detta degli esperti, fermare subito l’invasione del crostaceo. Bisognerà attendere probabilmente l’autunno e l’arrivo del freddo che rallenta l’attività ed il metabolismo del granchio blu. Il problema, però, potrebbe essere dettato dai cambiamenti climatici che hanno reso meno rigidi l’autunno e l’inverno.
L’invasione della specie non sta provocando pochi danni. Il granchio blu sta divorando interi allevamenti di vongole e cozze mettendo a repentaglio l’intero settore, ma anche l’ecosistema marino. Questo crostaceo, difatti, tende ad entrare in competizione con altre specie nutrendosi anche di altri piccoli pesci, ma anche di vegetali, come alcuni tipi di alghe.
Una situazione che avrebbe spinto regioni come Emilia Romagna e Veneto a chiedere lo stato di emergenza in modo da aiutare i pescatori in crisi per i danni provocati dal crostaceo.
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