L’invasione del granchio blu ha causato numerosi danni, ma i ristori previsti per coprire i danni causati non sono sufficienti.
Gli ecosistemi marini sono complessi, delicati e in costante evoluzione, caratterizzati dalla presenza di una vasta gamma di specie marine che interagiscono in un equilibrio delicato, contribuendo con la loro vita a mantenere l’intero ecosistema in salute. Tuttavia questo equilibrio può essere minacciato da specie invasive, come il Granchio Blu (Callinectes sapidus), che recentemente ha fatto la sua comparsa nel Mar Mediterraneo, suscitando forti preoccupazioni in Italia. Il Granchio Blu è originario delle acque dell’Atlantico occidentale e si è diffuso nel Mar Mediterraneo, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento delle acque.
Questa specie è diventata invasiva, creando un grave problema per gli ecosistemi marini locali e per le comunità di pescatori. In particolare, il Granchio Blu si nutre principalmente di gasteropodi, bivalvi, crostacei e, occasionalmente, di piccoli pesci, vermi e meduse. Questo comportamento alimentare può avere impatti devastanti sulla biodiversità marina, mettendo a rischio numerose specie di prede. Per contrastare questa invasione i pescatori hanno richiesto lo stato di emergenza e le conseguenti agevolazioni e fondi in loro aiuto, ma ciò sembra non bastare.
La crescente presenza del Granchio Blu ha portato il governo italiano a dichiarare uno stato di emergenza. Tuttavia, i fondi stanziati per affrontare questa emergenza, pari a 2,9 milioni di euro, sono stati giudicati insufficienti dai pescatori e dalle cooperative di pesca. La situazione è particolarmente grave nelle regioni dell’Emilia Romagna e del Veneto dove la produzione ittica è stata gravemente danneggiata. Le comunità di pescatori chiedono la dichiarazione dello stato di emergenza, che consentirebbe l’adozione di misure straordinarie, tra cui mutui agevolati, esenzioni fiscali e canoni, al fine di fornire sostegno alle imprese colpite dall’invasione.
La dichiarazione dello stato d’emergenza ne consentirebbe la cattura con attrezzi adeguati, cosa che normalmente non è coperta dai rimborsi per i costi sostenuti dalle imprese. Questa invasione infatti non solo minaccia la biodiversità marina, ma ha anche gravi implicazioni economiche. Le scorte di vongole e cozze, prede preferite dal Granchio Blu, si stanno esaurendo, e la produzione è destinata a fermarsi a partire da novembre. Ciò mette a rischio la produzione ittica per i prossimi tre anni e i posti di lavoro nel settore dell’itticoltura.
Il settore della pesca in Italia non dispone di ammortizzatori sociali adeguati, il che rende ancor più preoccupante la situazione per i lavoratori del settore. Il governo italiano sta cercando di trasformare questa emergenza in un’opportunità economica, avviando il primo carico di prodotto semi-lavorato a base di Granchio Blu verso gli Stati Uniti. Questo progetto mira a valorizzare questa varietà, così che venga apprezzato sul mercato culinario, così che possa essere commercializzato in modo sostenibile. Alcuni esperti stanno valutando anche il suo uso nella industria farmaceutica o come base per mangimi. Solo i prossimi mesi potranno dirci se sarà possibile o meno vagliare queste ipotesi e concretizzarle.
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