Per dire no alle grandi navi a Venezia, Gabriele Muccino ha consegnato al sottosegretario per i Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, 102.000 firme. Il tutto nel segno di una battaglia continua, per trovare soluzioni alternative e più improntate al rispetto dell’ambiente e della città. Il noto regista ha lanciato una petizione su change.org, riscontrando il sostegno di migliaia di italiani, ma anche di tantissimi utenti internazionali. Quello della laguna veneziana è un vero e proprio patrimonio dell’umanità unico, per questo è importante il dibattito sul turismo sostenibile a Venezia.
Muccino, grazie anche alla petizione su internet, è intenzionato a portare avanti una battaglia per salvare Venezia, essendo sicuro che ci siano dei rimedi, per raggiungere un minor impatto ambientale sull’ecosistema della laguna. Il famoso regista è convinto che bisogna fare un atto d’amore, dimostrando che l’Italia sia capace di volersi bene per davvero. Gabriele Muccino ha affermato la necessità di pensare al futuro del Paese, soprattutto perché luoghi come Venezia, di inestimabile valore culturale, sono sottoposti ad attenzione da parte di tutto il mondo. Da parte sua il sottosegretario Borletti Buitoni ha ribadito che spetta al ruolo della politica decidere quale sarà il futuro di Venezia. Secondo il sottosegretario è molto importante programmare i flussi turistici in laguna con una precisa attenzione, tenendo conto della fragilità della città. Inoltre Borletti Buitoni ha sottolineato la necessità di riuscire a conciliare il rispetto dell’ambiente con le esigenze dell’economia locale. Secondo il sottosegretario, le soluzioni sono già a portata di mano, si tratta soltanto di scegliere.
Lo stop davanti a San Marco
Nel 2013 stato deciso lo stop del passaggio delle navi da crociera davanti a San Marco. Il provvedimento, che non rientra fra quelli governativi, è arrivato in seguito all’espletamento dei lavori per la messa in sicurezza di Venezia dall’acqua alta. Dietro questa decisione ci sono dei motivi di sicurezza, perché, presso il porto del Lido, sono state attivate le barriere mobili del sistema Mose, in modo da riuscire a proteggere la città lagunare dall’acqua alta. Si è dovuto studiare un percorso alternativo da far compiere alle navi, considerando il loro passaggio per le rotte dell’Adriatico. Le grandi navi da crociera, che hanno voluto sostare a Venezia, dovevano entrare ed uscire dalla bocca di porto degli Alberoni e dovevano seguire il Canale dei Petroli. Quest’ultimo generalmente viene usato soltanto per il traffico relativo ai commerci e non a fini turistici. Tuttavia in quei mesi si è fatta un’eccezione. Con questa decisione si va a completare già un quadro piuttosto frastagliato di provvedimenti, per impedire il verificarsi di situazioni d’emergenza, oltre che per riuscire a ridurre l’inquinamento ambientale, la cui responsabilità è in parte attribuita proprio alle strategie turistiche seguite dalle compagnie di crociera a Venezia.
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Il comitato No Grandi Navi
Esiste un comitato No Grandi Navi, che da tempo si batte per evitare che le grandi navi passino troppo vicine alla città di Venezia. Il gruppo si occupa di promuovere le soluzioni alternative per arrivare a rimedi a favore della pubblica sicurezza, della salute e della difesa dell’ecosistema lagunare. Inoltre il comitato vorrebbe che venisse installata una rete di centraline Arpav per rilevare la qualità dell’aria. Vengono chieste anche delle misure cautelative a carico delle navi, le quali dovrebbero essere dotate delle migliori tecnologie per ridurre la produzione di emissioni inquinanti.
Sul sito del comitato No Grandi Navi si possono leggere dei dati, che mettono in evidenza quanto sia impressionante l’impatto delle navi nel bacino di Venezia. Si dice che “nel 2007 l’Arpav ha stimato che il traffico crocieristico sia a Venezia la maggior parte di inquinamento atmosferico”. Sul sito nograndinavi.it è riportato che il tenore di zolfo nel carburante è dell’1,5% in navigazione e dello 0,1% all’ormeggio. Secondo l’opinione di coloro che sono avversi al passaggio delle navi in laguna, mancherebbero i controlli e, quindi, non sarebbe nemmeno sicuro che questi dati siano veri, perché sarebbero quelli dichiarati sulla carta.
Inoltre i contestatori parlano anche di inquinamento elettromagnetico, che sarebbe determinato dai radar sempre accesi. Altri elementi su cui si fa il punto sono i rumori assordanti e le vibrazioni, oltre al rischio di incidenti. Sul sito viene detto che il Parlamento Europeo avrebbe valutato che “almeno 50.000 persone morirebbero ogni anno in Europa a causa dell’inquinamento delle navi”.
Il dossier di AmbienteVenezia
AmbienteVenezia ha presentato uno specifico dossier, che mette in luce dei dati allarmanti. Viene chiarito che il biossido di azoto supererebbe, nella sua media annua, del 20% il valore limite per la protezione della salute. Gli ossidi di azoto sarebbero superiori del 300% rispetto al limite adeguato per proteggere gli ecosistemi. Il particolato sospeso giornalmente andrebbe oltre la soglia di più di 35 volte. Proprio per questo motivo vengono avanzate diverse richieste in termini di sostenibilità ambientale: controlli, analisi sui fumi delle navi, una rete di monitoraggio sulle aree di ricaduta degli agenti inquinanti, l’obbligo per le navi di usare carburanti con contenuti di zolfo inferiori allo 0,1%, la possibilità di usare i radar solo in caso di nebbia e soltanto per i mezzi in movimento.
Nel dossier vengono specificati anche vari tipi di rifiuti prodotti dalle navi, distinguendoli in liquidi e tossici, e viene indicato come l’inquinamento dipenda dalla qualità del combustibile usato, dalla velocità, dalle manovre effettuate e dalla qualità dei motori. Il documento fornisce una stima dei costi che riguardano lo smaltimento degli scarti e mette a confronto i costi e i benefici. Inoltre tende a sottolineare come, essendo l’ambiente una risorsa importante per il turismo, dovrebbe essere oggetto di particolare attenzione, per non innescare meccanismi a catena, che potrebbero portare a forti danni.
Le proteste
Da anni i comitati dei cittadini protestano contro il passaggio ravvicinato delle grandi navi nella laguna di Venezia, consapevoli dei danni che vengono riportati sia per quanto riguarda l’ambiente che per ciò che concerne la salute. Come dimostrano le foto che vi proponiamo, le contestazioni sono state sempre molto accese. Nel corso del tempo non si sono mai esaurite e attualmente decine di dimostranti si sono gettati nel canale della Giudecca, per ostacolare la navigazione dei mezzi navali. Questo episodio ha rappresentato l’apice di manifestazioni, con le quali si vuole esprimere il malcontento diffuso.