Gli studiosi si sono espressi sulle grandinate da record: scopriamo cosa hanno detto in merito e cosa aspettarsi nei prossimi anni.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a precipitazioni di grandine da record, soprattutto nel nord Italia. Questi fenomeni atmosferici hanno, purtroppo, provocato danni ingenti. Una situazione che si è riproposta più volte con chicchi di grandine notevoli.
Colpiti, anche altri Paesi, dunque, una domanda è lecita: in che modo il cambiamento climatico ha fatto la sua parte? In merito, alcuni studiosi si sono espressi e quello che è emerso non fa ben sperare in vista dei prossimi anni.
I dati registrati nel nostro paese e non solo
Un primato non del tutto positivo quello che ha battuto il Bel Paese, almeno in Europa, ovvero quello del chicco dalle dimensioni più grandi. Dove è successo? In provincia di Padova un “chicco” ha raggiunto la grandezza di 16 centimetri, ma non finisce qui perché dopo circa una settimana ne è caduto un altro superando di 3 centimetri quello precedente.
Ad oggi il primato lo detiene il chicco caduto nel South Dakota 20,3 cm. A differenza di quello che si pensava qualche anno fa, ovvero che le grandinate estreme sarebbe state via via sempre più rare, ad oggi, purtroppo, non si può che sostenere il contrario.
Arrivati a questo punto un quesito ha ragione d’esistere: perché il cambiamento climatico non riesce a contrastare tale fenomeno? Complici sicuramente le temperature sempre più alte della superficie terrestre che riscaldano l’aria portando all’alimentazione delle correnti ascensionali. In tal modo l’umidità viene trattenuta e questo comporta una maggiore instabilità atmosferica. Le correnti ascensionali possono, dunque, sostenere grandi pesi e di conseguenza i chicchi di grandine possono raggiungere grandezze notevoli.
La situazione dei prossimi anni
Cosa aspettarsi nei prossimi anni? Gli studiosi si sono espressi parlando di alcune aree del Pianeta che potrebbero diventare più vulnerabili di altre. Ma qual è la condizione del nostro Paese? In Italia le zone più a rischio sono le regioni centro–settentrionali e la Pianura Padana.
Nelle regioni del sud Italia i dati e le previsioni sono differenti, infatti, in queste zone l’area è talmente calda da permettere lo scioglimento dei chicchi di grandine, dunque, non arriverebbero al suolo in tempo.