Grecia, gli ultimi incendi avrebbero rilasciato 1 milione di tonnellate di carbonio nell’atmosfera. Tutti i danni a livello ecologico.
Gli incendi che recentemente stanno mettendo in ginocchio la Grecia rappresentano una vera minaccia per l’uomo e per l’ecosistema tutto. A partire dalla morte dei piloti del Canadair, aereo precipitato rovinosamente sull’isola di Evia, fino alla distruzione di intere aree naturali protette, con conseguenti perdite economiche considerevoli.
Il paese non sa come gestire questi incendi sempre più frequenti che devastano abitazioni, hotel, luoghi di villeggiatura, foreste e animali. E’ stato di emergenza a Corfù, Rodi e nell’isola di Evia. In caso di roghi infatti, il paese interviene togliendo ai cittadini gas e acqua per scongiurare ulteriori emergenze.
Gli incendi in Grecia hanno provocato l’emissione di almeno 1 milione di tonnellate di carbonio nell’atmosfera, un dato molto preoccupante per diverse ragioni. Questa stima è stata fornita dal servizio di monitoraggio atmosferico di Copernicus (CAMS), un progetto europeo basato su satelliti Sentinel gestito dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
La prima ragione di preoccupazione riguarda la vasta distruzione degli ecosistemi boschivi causata dagli incendi. Secondo il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS), al 22 luglio, erano andati in fumo oltre 35.000 ettari di superficie boschiva. Questo dato è indicativo della distruzione di preziose aree naturali, con conseguente perdita di biodiversità e habitat per piante e animali, alcuni dei quali potrebbero essere specie protette o minacciate di estinzione.
In secondo luogo, il carbonio emesso dagli incendi contribuisce all’effetto serra, uno dei principali responsabili del riscaldamento globale e del cambiamento climatico. Quando la vegetazione brucia, viene rilasciato nell’atmosfera una grande quantità di anidride carbonica (CO2), che è il principale gas serra. Questo CO2 tende ad accumularsi nell’alta atmosfera, creando uno strato che intrappola il calore proveniente dalla radiazione solare e impedisce al calore di disperdersi nello spazio. Questo fenomeno causa l’aumento della temperatura globale, con conseguenze drammatiche come lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento del livello del mare.
L’emissione di carbonio rappresenta solo una piccola parte delle emissioni di CO2 complessive prodotte dalle attività umane, stimato intorno a 50-55 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente ogni anno. Tuttavia, anche se rispetto alle emissioni totali questa quantità può sembrare insignificante, è comunque importante in quanto contribuisce ad aggravare il problema del cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico è una minaccia globale e ha effetti disastrosi sulla vita sulla Terra, incluso l’aumento delle ondate di calore, l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione degli oceani e la perdita di biodiversità. Gli incendi sono solo una delle tante cause delle emissioni di carbonio, e per affrontare seriamente il problema del cambiamento climatico, è necessario adottare azioni concrete e urgenti per ridurre le emissioni di gas serra provenienti da fonti antropiche come l’industria, l’agricoltura e l’uso dei combustibili fossili.
L’Accordo di Parigi sul Clima ha stabilito l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali per evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico. Tuttavia, il superamento di questa soglia critica è sempre più vicino, e se non si agisce rapidamente e in modo deciso per ridurre le emissioni di carbonio, le conseguenze potrebbero essere drammatiche e irreversibili per il nostro pianeta e per le generazioni future.
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