[galleria id=”359″]Diventare miliardari rispettando l’ambiente? Si può. In molti ci hanno provato, ma in pochi ci sono riusciti. Tra i vincenti, segnalo la storia dell’imprenditore automobilistico cinese Wang Chuanfu, che nella sua patria ha creato un vero e proprio impero “verde“. Ma anche i magnati del petrolio non se la passano affatto male.
Nato e cresciuto in una modesta famiglia contadina, l’appena 29enne Wang fonda nel 1985 la BYD (Build Your Dreams, in italiano “costruisci i tuoi sogni”). E così, dal nulla, ha costruito il suo sogno. Infatti, 24 anni più tardi si è ritrovato ad essere l’uomo più facoltoso della Cina (lo Stato più popoloso del mondo grazie al suo 1 miliardo e 400mila abitanti). La BYD, che conta 130mila dipendenti, si è imposta dapprima come leader mondiale nella produzione di batterie per telefonini e solo successivamente ha sbaragliato il mercato cinese delle automobili ecologiche.
Corre l’anno 2003 quando Wang Chuanfu, già 53enne e businessman di successo, decide di comprare una società automobilistica in fallimento ed incomincia a produrre auto elettriche: il modello denominato F3DM, categoria berlina, è attualmente il rivale numero uno della giapponese Toyota Prius. Ma il vero obiettivo, come rivela l’imprenditore cinese, è quello di diventare entro il 2025 il punto di riferimento assoluto nel mercato delle auto elettriche. Il primo tassello sarà importare nel vecchio Continente la F3DM entro il 2010.
Molti altri imprenditori hanno avuto fiuto per gli affari “verdi“. I settori economicamente più vivaci sono indubbiamente quelli che sfruttano il potenziale delle energie rinnovabili: produttori di pannelli fotovoltaici, pannelli solari ed affini stanno esplodendo come funghi su tutto il territorio. Ma soprattutto, chi trae vantaggio dalla natura, è l’industria petrolifera che investe ingenti somme di denaro in progetti ecosostenibili (malgrado la crisi economica tenti di minarne l’attuazione).
“Come imprenditore sono guidato da un duplice obiettivo: il primo è quello di immaginare modi sempre nuovi di fare business e di fare ‘business competition’; l’altro è di perseguire la responsabilità sociale dell’impresa e la salute del pianeta” dichiara Chanfu. Oltre al proprio conto in banca, insomma, questo signore sembra avere a cuore anche l’intero ecosistema. Speriamo che questo messaggio giunga ai grandi della Terra che si incontreranno a Copenhagen per il vertice mondiale sul clima.
Immagini tratte da:
z.hubpages.com
themotorreport.com.au
edmunds.com
gabinete.org.ar
regione.toscana.it
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