[galleria id=”721″]A due giorni dalle premiazioni per l’evento newyorkese “Greener Gadget Competition” l’innovazione ecosostenibile, abbiamo deciso di conoscere meglio uno dei protagonisti indiretti di questa coinvolgente iniziativa. Lui si chiama Leonardo Bonanni, è italiano d’origine ma americano d’adozione (vive da ormai più di vent’anni fuori dall’Europa) ed è uno dei tanti “cervelli in fuga”. Infatti, oltre che una persona cortese e disponibile, è un professionista di elevata competenza per quel che concerne il tema dell’ecosostenibilità. Siamo perciò molto felici di ospitare sulle nostre pagine virtuali questa intervista che, seppur breve, è molto ricca di spunti interessanti.
Innanzitutto, Bonanni ci tiene a precisare come sia stata riportata un’imprecisione -di cui ci scusiamo. Parteciperà al concorso per presentare alla conferenza il suo progetto di ricerca “Sourcemap.org” (di cui vi parleremo più avanti) ma, da persona preparata quale è, ha gradito comunque rispondere in maniera esauriente alle nostre eco-curiosità.
– Secondo i suoi parametri di giudizio, quali caratteristiche fondamentali deve possedere l’opera vincitrice?
“Un prodotto ecosostenibile deve rivalutare l’intera catena di produzione per ottenere un ciclo di vita con vantaggi sia sociali sia ambientali. Dall’estrazione delle materie prime alla distribuzione, la fabbricazione, la vendita e l’uso – senza dimenticare l’eventuale riuso o riciclaggio. Sono solo pochi anni che l’industria elettronica s’impegna a trovare alternative più sostenibili. Il progetto vincente deve dunque provocare nuove idee e nuove direzioni capaci di cambiare sostanzialmente i metodi di produzione. Ecco un bel quesito per i designer: come rendere attraente e utilizzabile una nuova realtà sostenibile?“.
– Attualmente l’invenzione che sta ricevendo più voti online è “Go Mechanical Charger”. E’ anche la sua preferenza, oppure pensa che ci siano gadget più meritevoli (e sottovalutati, come ad es. “Corky”, il mouse in sughero)?
”Per me le invenzioni piu’ importanti sono quelle più ambiziose: l’AUG (Augmented Living Goods Program) che crea un sistema mobile per la rintracciabilità del cibo, oppure il Smart Grid Home Controller che avrebbe un impatto enorme sul consumo energetico. Il ”Go Mechanical Charger” è ispirato dai caricatori sviluppati per l’OLPC con scopo principalmente sociale e a lungo termine come garantire l’accesso alle tecnologie digitali nei paesi sottosviluppati. Questo progetto ha un impatto potenziale molto più importante: la creazione di mezzi di sopravvivenza economica e intellettuale per gli oltre 4 miliardi di persone trascurate dall’industria e dalla ricerca”.
– Leggiamo sul suo CV che è dottorando al Mit Media Lab, oltre che professore di Design Ecosostenibile. Non ha mai pensato, per il futuro, di prendere parte alla gara come concorrente? Se sì, cosa proporrebbe?
” ”Future Craft” – Il corso di studio che ho sviluppato su quattro anni al Media Lab – si tratta d’inventare un futuro sostenibile nel doppio senso ambientale e sociale. Abbiamo scoperto che la sostenibilità è un vero motore di ricerca, che porta all’invenzione di nuovi prodotti ma soprattutto alla scoperta di nuovi mercati. Nei prossimi anni stenderemo il curriculum a Parsons (NY) per coinvolgere studenti di moda insieme con architetti e ingegneri del MIT. I progetti finali faranno parte del Greener Gadgets Competition nel 2011″.
– Concludiamo l’intervista con una domanda di carattere “personale”. Di cosa si sta occupando in questo momento, sta sviluppando qualche progetto ecosostenibile?
“Da quando insegno disegno industriale mi sono accorto del manco di strumenti per valutare e per promuovere strategie sostenibili – e se i designer non hanno i mezzi per misurare l’impatto delle loro invenzioni, come faremo per arrivare a un futuro sostenibile? Per questo motivo ho creato insieme a un team del MIT un sito web gratis e opensource: www.sourcemap.org – dedicato alla diffusione del design ecosostenibile. Studenti, designer, piccole e grandi imprese possono visitare il sito per calcolare il carbon footprint – l’impronta al carbonio – di prodotti e servizi, e pubblicare le loro strategie di maniera a portare avanti la conoscenza collettiva della sostenibilità. Siamo adesso alle ricerca di utenti, di contributori e di partner industriali. Faccio appello ai suoi lettori di visitare il sito oppure contattarmi a questo indirizzo e-mail: leo@sourcemap.org“.
Immagini tratte da:
i.ytimg.com
interactivearchitecture.org
blogcdn.com
green-homes.ie
blog.sourcemap.org
doublesoylatte.com
designthatmatters.net
blog.makezine.com