La legge è uguale per tutti in Giappone, e non risparmia nemmeno gli attivisti di Greenpeace che agiscono a fin di bene. Impietoso il verdetto che vede sotto condanna i due attivisti della famosa associazione ambientalista: Junichi Sato e Toru Suzuki. Per loro la trafila giudiziaria è iniziata lo scorso mese di febbraio presso la corte distrettuale di Aomori, in Giappone. Il processo li vede imputati per il reato di furto all’interno di una proprietà privata. Più nello specifico, i due rappresentanti di Greenpeace hanno rubato della carne di balena destinata al mercato gastronomico giapponese.
La Corte ha sanzionato nello specifico questa vicenda che vede coinvolti Sato e Suzuki: oltre due anni fa, nell’aprile del 2008, gli attivisti, per dimostrare che le balene venivano cacciate per scopi commerciali e non per scopi scientifici, decisero di trafugare una cassa contenente 23 kg di carne di cetaceo spedita da un marinaio violando il concetto di proprietà privata. Colti in flagrante, i due attivisti vennero subito denunciati.
Ci sembra davvero molto difficile pensare che i due uomini possano essere stati messi alla gogna per un reato simile, eppure è accaduto. E anzi, la condanna è stata tutt’altro che benevola: un anno di carcere. La pena e’ stata commutata in tre anni con la condizionale. Solo a noi questo verdetto è sembrato eccessivo, oppure anche secondo voi ha un pò dell’assurdo?
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