Greenpeace invade l’Artico. Non è un titolo di un film, nemmeno una minaccia, anzi, si tratta di un’azione necessaria per la salvaguardia della natura polare. Infatti, gli attivisti stanno cercando di bloccare la nave Stena Carron la quale ha tutte le intenzioni di effettuare trivellazioni nel Mare del Nord. Nel team di Greenpeace è presente anche un attivista italiano, Nazareth, impegnato in un modulo di sopravvivenza fissato all’ancora dell’imbarcazione. Finchè non impediranno del tutto le perforazioni in quella zona. Continuate a leggere per scoprirne di più.
Gli attivisti informano che “La nave avrebbe in programma di fare rotta verso la zona di Lagavulin e scavare un pozzo off-shore alla profondità di 500 metri per conto della multinazionale americana Chevron“. Se ricordiamo bene quanto successo nel Golfo del Messico, capiamo perchè gli attivisti abbiano voluto bloccare questo scempio ambientale (ma business economico).
Alla luce di questi episodi, però, i governi nord-europei sembrano disinteressati. Il buon Nazareth, dal suo alloggio provvisorio, ha dichiarato: “L’inattività dei governi rischia di vanificare un’importante opportunità per lasciarci il petrolio alle spalle e iniziare una nuova politica energetica basata sulle energie pulite. Se non verra’ approvata alcuna moratoria, tutti i Paesi che si affacciano sul Mare del Nord saranno considerati responsabili in caso di marea nera”.
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