Le Olimpiadi di Parigi hanno posto l’attenzione sulle condizioni della Senna, in particolare rispetto ai batteri e all’inquinamento.
Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono appena giunte al termine, dopo averci regalato lunghe settimane di intrattenimento sportivo. Sono molti gli eventi che hanno suscitato scalpore, molti i successi e molti anche gli insuccessi. Tra i vari eventi che hanno attirato l’attenzione si può sicuramente citare anche la questione del nuoto libero nella Senna.
Molti atleti, infatti, hanno disputato lunghe gare nuotando nel celebre fiume francese. Fiume che, però, ha suscitato molte perplessità rispetto al grado di balneabilità. E in effetti è da decenni che la Senna non è più balneabile: ma allora come è possibile che queste gare siano state disputate in quelle acque?
Ebbene, Parigi ha provveduto alla bonifica delle acque prima dell’inizio della competizione sportiva mondiale, spendendo circa 1,5 miliardi di euro. Ma ciò non è bastato a proteggere gli atleti. Dopo aver disputato una 10 km nelle acque fredde e sporche del fiume, la tedesca Leonie Beck ha raccontato sui social di aver vomitato 9 volte e aver avuto attacchi di diarrea, probabilmente a causa di un’intossicazione da batteri fecali.
Nel fiume, infatti, si trovano alte concentrazioni di Escherichia Coli ed Enterococcus… e non solo! Secondo Greenpeace, infatti, oltre che a quello batteriologico si dovrebbe prestare attenzione anche all’allarme chimico. Nella Senna si trova anche un’alta concentrazione di PFAS, composti chimici di derivazione industriale che hanno la caratteristica di resistere alla degradazione. Anche per questo vengono detti “inquinanti eterni“.
L’effetto di queste sostanze sul nostro organismo è devastante: i composti sono in grado di alterare i livelli ormonali e incidere negativamente sulla fertilità. Inoltre aumentano il rischio di malattie quali il diabete di tipo 2, l’obesità, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia. Inutile dire che si tratta anche di sostanze potenzialmente cancerogene.
Questi dati sulla Senna, però, preoccupano ma non sconvolgono. Soprattutto considerando il fatto che i fiumi europei sono pieni di glifosfato di derivazione industriale e non. Nuotare nel fiume francese, insomma, è sconsigliabile, anche nonostante i processi di bonifica che, evidentemente, non sono bastati a mettere le acque in sicurezza.
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