Per ridurre le emissioni inquinanti l’associazione ambientalista Greenpeace suggerisce il “biglietto climatico” per i mezzi pubblici: in cosa consiste?
Ridurre il tasso di inquinamento, data la condizione di emergenza climatica che stiamo affrontando, è ormai considerato necessario dalla maggior parte degli esperti climatici. Numerose associazioni tra cui anche Greenpeace cercano quotidianamente di diffondere consapevolezza sull’emergenza climatica, fornendo dati specifici su consumi energetici, inquinamento e relative proposte di soluzione ai problemi.
Un esempio è il cosiddetto “biglietto climatico“, vale a dire una tipologia di biglietto o abbonamento nazionale pensato per incentivare il ricorso ai mezzi pubblici a discapito dei veicoli inquinanti privati. I dati di uno studio condotto in tutta Europa ci forniscono un quadro completo dell’odierna situazione in materia di biglietti e abbonamenti climatici per i mezzi pubblici. I parametri presi in considerazione sono: semplicità del sistema di biglietteria, costo del biglietto, riduzioni a agevolazioni eventuali, ammontare dell’IVA sul trasporto pubblico.
In Italia, per esempio, ogni azienda di trasporto pubblico ha un proprio biglietto e siamo dunque piuttosto lontani da una media nazionale competitiva (a Genova rottamare l’auto significa ad esempio 5 anni di trasporti pubblici gratuiti). Nella classifica di Greenpeace ci troviamo infatti in ventunesima posizione. In Puglia, però, e più precisamente a Bari, è stato sperimentato un abbonamento annuale al costo complessivo di 20 euro: una soluzione che gli ambientalisti di Greenpeace sperano di veder diffondersi presto in tutta Italia.
“Il governo italiano e gli altri governi europei potrebbero introdurre il biglietto climatico nel giro di qualche settimana se ci fosse la volontà politica, riducendo sia le spese delle famiglie che le emissioni di gas serra dannose per il clima“, ha affermato a tal proposito Federico Spadini, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia.
D’altronde i dati parlano chiaro: la mobilità ha, costi enormi non solo sulle tasche delle famiglie italiane, ma anche sull’ambiente. In particolare essa è la seconda voce di spesa maggiore dopo l’abitazione e incide di ben il 25% sulle emissioni di gas serra e del 70% sul consumo di combustibili fossili. Incentivare il ricorso ai trasporti pubblici con soluzioni economiche potrebbe dunque far bene non solo alle nostre tasche, ma soprattutto al nostro pianeta.
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