L’allarme lanciato dall’associazione ambientalista Greenpeace coinvolge le scatolette di tonno, considerate illegali per via di alcune caratteristiche della loro provenienza. Dopo aver analizzato diversi campioni di DNA di pesci provenienti da scatolette di marche famose a livello internazionale, ne è emerso che una su tre contiene della carne “sospetta” e nata dalla miscela tra diverse specie di tonno. Questa pratica è assolutamente illegale, poichè il consumatore dovrebbe sempre aver chiaro cosa mangia leggendolo sull’etichetta.
Insomma, tra etichette alimentari manomesse e pesce in scatola di dubbia provenienza, diventa difficile anche per le persone capire se quello che sta mangiando è cibo sano. Eppure noti marchi come Nostromo, Mare Aperto STAR, Riomare e Carrefour sembrano voler eludere questi obblighi. E’ vero che la crisi economica ha colpito tutti, però, non è giusto rifilare al consumatore finale del pesce di scarsa qualità spacciandolo per pregiato!
“Mescolare due specie diverse di tonno nella stessa scatoletta è una pratica illegale in Europa“, afferma in una nota Greenpeace. Ma non è tutto, perchè sembrerebbe che la prima causa sia l’utilizzo di reti da pesca non conformi che intrappolano anche pesci diversi tra loro. Giorgia Monti, responsabile delle campagne mare dell’associazione, evidenzia inoltre che “L’utilizzo dei FAD sta distruggendo l’ecosistema marino e conducendo gli stock di tonno verso il collasso”.
Conclude la Monti: “Se vogliamo salvare il tonno tropicale prima che venga totalmente compromesso, come è successo per il tonno rosso del Mediterraneo, è necessario eliminare i metodi di pesca più distruttivi, ridurre lo sforzo di pesca e tutelare con riserve marine le aree più importanti per la biologia di queste specie“.