Presso la Grotta di Baltzola in Spagna è accaduto qualcosa di inaspettato. Chi l’avrebbe detto che sarebbe stato teatro di un pesante contagio?
E’ incredibile quanto verificatosi nella Grotta di Baltzola, ci troviamo chiaramente in Spagna. Un luogo bellissimo che cattura ogni anno l’interesse di numerosi turisti provenienti da ogni angolo della Terra, tutti pronti ad ammaliare la magnificenza della Natura e di ogni sua sfaccettatura.
Certo, ha passato un periodo turbolento (sotto spiegheremo perché) ma a quanto pare la grotta è pronta a meravigliare ancora i suoi visitatori. Basta scrutare sui social le numerose foto – come quelle per l’appunto allegate – che palesano una bellezza da togliere il fiato. Cosa sarà successo di così grave? Andiamo a scoprirlo.
La grotta di Baltzola, si trova in Spagna, precisamente nel valle di Arratia (Bizkaia). Location da sempre meta turistica, è finita subito nei TG nazionali perché si è reso – suo malgrado – teatro di uno dei più grandi focolai di febbre Q. Contagio record, mai registrati questi numeri in Spagna durante la pandemia. Sono piu’ di cento i visitatori contagiati dalla febbre, tra questi 54 casi di neumonía – polmonite – e 27 ospedalizzazioni.
Viene da chiedersi, come mai tutti questi contagi? Dopo ricerche ed analisi è arrivata la risposta: il tutto è stato scatenato da un batterio comune rinvenuto tra il bestiame della zona rurale. Trattasi nella fattispecie della Coxiella burnetii la causa del contagio; tale batterio può essere trasmesso all’uomo dagli aerosol prodotti nella grotta, ecco il perché di questi grandi numeri di positivi.
I primi casi sono stati riscontrati a partire dalla fine del 2020, ma solo dopo Pasqua si è accertata la gravità della cosa, parlando quindi di un vero e proprio focolaio. A fini precauzionali quindi e per bloccare questa situazione incresciosa – i contagi avevano superato le 100 unità – la grotta è stata chiusa al pubblico il 29 aprile 2021.
Solo poco piu’ di un anno dopo, ossia il 19 maggio 2022 la grotta è stata nuovamente aperta e resa fruibile dai visitatori. Una decisione presa dopo analisi che hanno dimostrato che la presenza di Coxiella burnetii era sceso a livelli ritenuti dal governo spagnolo sicuri per l’uomo. Il focolaio di febbre Q è stato uno dei più grandi mai registrati in Spagna ed è stato motivo di ricerca intensa da parte degli studiosi.
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