Un Ucraina i danni prodotti dalla guerra sono anche ambientali e il Ministero dell’Ambiente ucraino li stima ormai in oltre 50 miliardi di euro, 2 trilioni di Grivnia
Durante una conferenza stampa tenutasi a Kahrkiv in occasione di una sessione del Comitato Verkhovna Rada sulle Politiche Ambientali e la Gestione della Natura i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente ucraino hanno condiviso una serie di dati allarmanti che permettono di valutare la guerra portata avanti dalla Russia sul suolo ucraino anche per il peso ambientale che questa scelta sconsiderata sta avendo.
A parlare Ruslan Hrechanyk, primo Viceministro dell’Ambiente, che, come riportato anche dal sito di informazione Ukrinform non ha usato di certo giri di parole e ha pubblicamente accusato la Russia di stare provocando una vera e propria “crisi climatica”. Una crisi climatica le cui conseguenze, questo è possibile leggere tra le righe delle dichiarazioni, rischiano di coinvolgere anche altri Stati e Paesi al di fuori dei confini del Paese invaso.
Le stime preliminari fornite da Hrechanyk parlano di un numero altissimo di danni, stimati in circa 2 trilioni di Grivnia ovvero circa 50 miliardi di euro. “Conteremo ogni albero distrutto“, dichiara e nel suo intervento il Viceministro prosegue sottolineando come non si tratta ovviamente solo di piante abbattute e di “foreste bruciate” ma di inquinamento dell’aria e della terra e di “oggetti distrutti”. La crisi è climatica, nucleare, umanitaria, ribadisce Hrechanyk.
Nella stessa riunione hanno preso la parola anche Oleksandr Filchakov, Direttore dell’Ufficio del Procuratore Regionale di Kharkiv e il parlamentare Pavlo Yakymenko. Filchakov ha sottolineato da parte sua che l’agenzia incaricata di esaminare ciò che sta accadendo sul suolo ucraino terrà conto di tutti i danni ambientali intenzionali e accidentali: “Registriamo e analizziamo tutti i crimini ambientali, gli attacchi agli stabilimenti industriali, i depositi di carburante“. Come è facile intuire infatti, il lancio di bombe e missili che nell’ottica della Russia hanno lo scopo di fiaccare la resistenza ucraina non si limitano a distruggere gli eventuali obiettivi scelti ma provocano reazioni a catena che non possono essere calcolate. Colpire un deposito di carburante, per esempio, significa innescare una esplosione o un incendio che può distruggere ettari di boschi e prati o contaminare falde acquifere.
Pavlo Yakymenko, membro del parlamento ucraino, ha voluto sottolineare poi come tutte le agenzie governative del Paese hanno ricevuto istruzioni per sviluppare nuovi piani e nuovi concetti per la ricostruzione dell’ambiente naturale e ha parlato, a titolo di esempio, del bacino di Oskil che dall’inizio della guerra ha visto il livello dell’acqua scendere in modo preoccupante.
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