Sono sempre più numerosi gli incidenti in montagna con animali da pascolo. Turisti ed escursionisti colpiti da mucche o capre. Cosa sta succedendo
Si deve partire necessariamente da un presupposto. La montagna a rischio zero non esiste. Nonostante il grande turismo di massa richieda di poter passeggiare in montagna come se si trovasse a via del Corso o in qualche strada principale della metropoli, la bellezza delle risorse naturali sta anche nella loro imprevedibilità. Che ci ricorda sempre quanto il senso di invincibilità dell’uomo sia soltanto una chimera. Ed a dimostrarlo sono stati gli eventi degli scorsi mesi, che hanno trovato la punta nella cronaca nazionale con il triste epilogo della storia di Andrea Papi, runner ucciso probabilmente da un orso, o comunque da un animale selvatico.
Ed allora è tornata in auge questa sorta di persecuzione nei confronti di lupi ed orsi. Tuttavia non è da sottovalutare anche la pericolosità degli animali da pascolo addomesticati. Sono sempre di più le denunce da parte di turisti che vengono colpiti e feriti da mucche o capre.
Partendo dal presupposto che la colpa solitamente non è della vittima, il problema è stabilire che sia la vittima e chi sia il carnefice. Il turismo di massa che sta invadendo le montagne, cercando di portarle a misura d’uomo, fa sì che numerosi escursionisti si trovino molto spesso in difficoltà, al punto da dover richiedere soccorsi, dato che sono partiti per delle passeggiate e delle escursioni senza un minimo di attrezzatura.
Ed allora si arriva al paradosso. Alcuni turisti che non si erano portati acqua da bere nelle borracce, hanno avuto la bella pensata di mungere delle mucche al pascolo per ottenerne il latte. A parte il fatto che c’è anche una sorta di ignoranza di fondo. Il latte non pastorizzato può far male come o di più di un acqua non sterilizzata. Inoltre è assurdo che poi gli stessi turisti si siano stupiti e lamentati per il fatto che le vacche non fossero felici di essere munte a piacimento e si ribellassero al tentativo di essere spremute.
Dunque mentre l’attenzione dell’opinione pubblica si rivolge verso orsi e lupi, gli animali da pascolo si abituano sempre di più alla presenza dell’essere umano e prendono confidenza con esso anche allo scopo di attaccarlo se si sentono minacciate. Questa è la conseguenza diretta del vivere la montagna come una forma di parco giochi senza alcun rispetto della natura e degli animali che la abitano.
Il turismo di massa porta senza dubbio risorse economiche non indifferenti alle regioni montane. Tuttavia dovrebbe essere preservato maggiormente il benessere animale. Le denunce da parte dei turisti che mungono una mucca, a parere di chi scrive, possono tranquillamente rimanere in fondo ad un cassetto.
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