[galleria id=”2059″]Luoghi dimenticati da Dio quelli più inquinati della Terra, luoghi in cui vivere diventa una sfida durissima, luoghi in cui l’unica mano imputabile a tale disastro è quella dell’uomo, specchio della sua azione sulla Terra e della preminenza degli interessi economici e del denaro a discapito della tutela dell’ambiente e della salute di persone e animali. Il Blacksmith Institute, in collaborazione con la Croce verde internazionale, ha pubblicato, il 4 novembre del 2013, l’ottavo rapporto annuale che presenta una nuova triste classifica dei primi 10 luoghi più inquinati della Terra.
Richard Fuller, presidente del Blacksmith Institute, afferma che il problema è molto più grande: la salute di oltre 200 milioni di persone è a rischio di inquinamento in molti più paesi in via di sviluppo. E’ anche vero, afferma, che sono stati compiuti dei progressi significativi in molte aeree, tanto che luoghi altamente inquinati come Cina e India, che un tempo occupavano i primi posti di questa classifica, ne risultano oggi fuori, più per la volontà che hanno dimostrato di risolvere il problema che per una reale diminuizione dell’inquinamento. Nella lista sono state inserite altre regioni come Agbogbloshie, un quartiere di Accra, capitale del Ghana, regno incontrastato del riciclaggio dei rifiuti elettronici e Kalimantan in Indonesia contaminata da mercurio a causa delle miniere d’oro.
Agbogboloshie: dai rifiuti elettronici allarme per la salute
Ghana riceve le spedizioni di apparecchiature elettroniche, con il pretesto di “donazioni”, le quali, vengono poi scaricate nei cantieri di massa nelle baraccopoli di Agbogboloshie. Il governo Ghanese riferisce che solo nel 2009, 215 000 tonnellate di rifiuti elettronici sono stati importati dalla UE e dagli USA, il 15% dei quali diventa subito spazzatura in posti come Agbogboloshie. Qui lavorano anche bambini per estrarre metalli preziosi come il rame e secondo una ricerca della United Nations University, il riciclaggio di 100.000 cellulari potrebbe produrre più di 250.000 dollari di metalli preziosi, a dispetto del conseguente avvelenamento da metalli pesanti come piombo e cadmio e dell’inquinamento tossico dell’aria di oltre 50 volte superiore ai livelli privi di rischio.
Cina: grave inquinamento ambientale
Oltre il 75% dell’elettricità è prodotta dalla combustione del carbone , lo stesso combustibile che viene bruciato ovunque da caldaie industriali anche per uso domestico. Più di 4000 operai ogni anno muoiono nelle miniere e l’inquinamento non è limitato solo alla città: una nuvola marrone, visibile dallo spazio, che attraverso l’Oceano Pacifico fino agli Stati Uniti Occidentali, rappresenta il 15% dell’inquinamento atmosferico. Il cielo in molti punti è solo poco più di una macchia blu in mezzo ad una coltre di foschia. Per far fronte a questo problema, il governo cinese ha fatto chiudere più di 2000 fabbriche altamente inquinanti a Linfen, mentre quelle che sono rimaste operative sono state costrette ad installare dispositivi industriali per incrementare forniture di energia pulita, nella speranza di ridurre il consumo di carbone. Ciò nonostante, la Cina rimane la prima nazione per quanto concerne l’emissione dei gas ad effetto serra e, nonostante i provvedimenti adottati, la situazione diventa sempre più grave.
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