Quando si parla di mari inquinati, non si pensa alle microfibre sintetiche, eppure queste costituiscono una minaccia per la biodiversità marina. A dimostrarlo è stato uno studio dell’University College di Dublino, che ha preso in considerazione vari ambienti naturali marini in tutto il mondo. I risultati della ricerca sono stati evidenti in termini di inquinamento del mare. Il tutto è imputabile ai lavaggi in lavatrice, che finiscono con lo scaricare nel mare una grande quantità di fibre sintetiche, che si staccano dai capi di abbigliamento, determinando un impatto ambientale molto forte.
Gli esperti hanno dimostrato come ad essere più in pericolo di contaminazione sono le aree costiere della Gran Bretagna e di Singapore. La soluzione non può che venire dai produttori dei vestiti e delle lavatrici, che dovrebbe adottare tutte quelle misure necessarie ad evitare che si verifichi un fenomeno del genere.
Se nel Mediterraneo, in termini di inquinamento del mare, il pericolo è rappresentato dal petrolio e dalla plastica, senza dubbio non va sottovalutato il rischio costituito dalle fibre sintetiche, le quali minacciano la salute degli organismi marini che vivono nelle acque del mare, incidendo sulla biodiversità.
A causa dell’inquinamento del mare sono in aumento le zone senza ossigeno negli oceani e vengono stravolti gli equilibri naturali all’interno dell’ecosistema marino. A causa dell’inquinamento del mare è in aumento la tossicità dei cianobatteri, con conseguenze disastrose, se non si interviene in tempo.
In attesa di provvedimenti legislativi, le associazioni ambientaliste raccomandano di mettere in atto comportamenti ecosostenibili relativi all’uso dei detersivi, all’acquisto di abiti non realizzati con fibre sintetiche e alla manutenzione adeguata delle lavatrici.