Il ruolo dei combustibili fossili
A cura di Gianluca Rini
In base ai calcoli che sono stati effettuati da GIFI – ANIE l’aumento dei prezzi delle bollette non può essere imputato alle energie rinnovabili e al fotovoltaico in particolare, visto che l’energia solare ha una responsabilità che è pari solo al 15%, mentre il 76% degli aumenti sono da ricondurre alla variazione dei costi dei combustibili fossili e il 9% all’aumento di tutti gli altri oneri di sistema, che comunque hanno un certo peso nella faccenda.
Ecco che cosa ha dichiarato Valerio Natalizia, presidente GIFI – ANIE a proposito della situazione in Italia:
“L’aumento del prezzo medio di riferimento dell’energia elettrica per il I trimestre del 2012 non è imputabile agli incentivi erogati a sostegno dell’industria fotovoltaica italiana se non per una minima parte.”
La responsabilità degli impianti solari sui terreni agricoli
A cura di Gianluca Rini
Per l’aumento dei prezzi è stata attribuita una certa responsabilità anche agli impianti solari installati sui terreni agricoli. Ma, secondo l’opinione del presidente GIFI – ANIE, si tratta soltanto di un tentativo strumentale, visto che recenti analisi hanno dimostrato che la superficie agricola occupata dagli impianti fotovoltaici è veramente minima.
Valerio Natalizia spiega l’importate ruolo svolto dallo sfruttamento delle ecoenergie nel nostro Paese:
“Il IV Conto Energia ha introdotto sensibili limitazioni alla realizzazione di grandi impianti in tali aree. L’utilizzo della tecnologia fotovoltaica ha contribuito nel 2011 alla copertura del 3% circa della domanda nazionale di energia elettrica, evitando i costi per l’importazione dall’estero e rendendo il nostro paese meno dipendente dai precari equilibri geopolitici mondiali.”
La responsabilità del petrolio e del fotovoltaico
A cura di Gianluca Rini
Secondo Davide Tabarelli, esperto tariffario di Nomisma Energia:
“A spingere i nuovi rincari giocano le quotazioni del greggio schizzate negli ultimi mesi ai record di 110 dollari al barile, mai maggiori costi legati alle fonti rinnovabili e ai prezzi di trasmissione. Dopo la stangata sui prezzi della benzina, che l’hanno spinta nei distributori italiani ai massimi d’Europa, arriva un’altra batosta con le tariffe di luce e gas, a conferma che l’energia è il bene più tartassato per i consumatori finali”.
Da gennaio arriva una nuova stangata per luce e gas. L’eccessiva offerta di certificati verdi, l’incremento esponenziale degli incentivi sul fotovoltaico, le agevolazioni fiscali riconosciute anche agli impianti alimentati dai rifiuti sono tutti fattori che possono portare ad un aumento dei costi dell’energia elettrica.
In particolare l’aumento degli impianti fotovoltaici non ha fatto altro che incrementare notevolmente il costo annuo per il sistema elettrico.
Se da un lato il ricorso all’energia pulita è importante in termini di sostenibilità ambientale, dall’altro bisogna tenere conto anche degli svantaggi, che consistono in un aumento notevole dei prezzi delle bollette, nei rincari e nei costi per le famiglie.
L’impatto ambientale ridotto deve per forza essere in contrasto con il risparmio economico? Esiste un modo per conciliare il risparmio energetico con il risparmio economico? Sono delle domande difficili a cui rispondere, ma che lo sviluppo sostenibile dovrebbe prendere in considerazione.
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