Le fonti rinnovabili oltre a produrre energia pulita, sono anche una importantissima risorsa che non si estinguerà mai. Quella più conosciuta è certamente l’energia solare, ma c’è anche quella eolica e quella geotermica.
In Italia però si parla poco dell’energia idroelettrica. Addirittura a livello internazionale e nazionale molti l’hanno criticata e hanno considerato l’energia idroelettrica una forma energetica satura. Infatti, secondo il loro punto di vista, nel nostro Paese sono già stati costruiti tutti gli impianti possibili ed eventuali altri impianti non avranno mai la capacità si quelli esistenti.
Ma è davvero così? L’energia idroelettrica in Italia ha già toccato il livello massimo? Alcuni non sono d’accordo con questa teoria e credono che la quantità di energia ricavata dal settore idroelettrico possa ancora crescere. Oggi il 15% dell’energia italiana proviene da questo settore ma non è sempre stato così.
Se andiamo indietro nel tempo scopriamo che il primo uso dell’acqua e della forza di gravità combinate insieme risale addirittura alla macina del grano e alla bonifica dei terreni paludosi. Negli anni successivi, fino ad arrivare al dopoguerra, praticamente l’intero fabbisogno dell’Italia era soddisfatto dall’idroelettrico. Perchè? Semplice. L’Italia è incline naturalmente a questo tipo di energia: c’è infatti una grande quantità di acqua che sgorga nei fiumi e fiumiciattoli alpini.
Purtroppo il settore idroelettrico è anche stato protagonista di grandi tragedie, come quella del Vajont del 1963. Allora però il disastro non fu casuale: per raggiungere sempre maggiori risultati si misero in pericolo molte vita umane (per chi non conosce la vicenda ho pubblicato un video riassuntivo e toccante).
Cosa ne sarà quindi dell’idroelettrico in Italia? Chissà… Di certo modernizzare gli impianti esistenti sarebbe già un ottimo inizio, anche se quelli che parlano di settore saturo non ha torto. Possiamo ancora crescere (attualmente si produce un ottavo dell’energia idroelettrica possibile). Possiamo e dobbiamo farlo.
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