Dall’1 gennaio è diventato obbligatorio il certificato energetico per la casa per chi intende mettere in vendita l’abitazione. Senza dubbio c’è l’intenzione di puntare su un impatto ambientale ridotto, ma, espressa in questo modo, la norma non corre il rischio di essere troppo generica? In effetti sembrerebbe un pericolo plausibile, come fa notare anche Legambiente. La nota associazione ambientalista avanza anche l’ipotesi che si possano mettere in atto dei veri e propri imbrogli in questo senso.
Sulla questione è intervenuto Edoardo Zanchini, vicepresidente e responsabile Urbanistica di Legambiente. Ecco che cosa ha dichiarato l’esperto:
“La normativa che rende obbligatoria la certificazione delle case, dalla classe A alla classe G come per gli elettrodomestici, in Italia è generica sulle modalità con cui la certificazione va fatta e su chi la deve fare, oltre a presentare regole diverse in ogni regione”.
Viene quindi da chiedersi: la certificazione energetica serve per ottenere una casa ecologica?
Rispondere a questa domanda significa prendere in considerazione anche l’ipotesi che qualcuno provveda ad ottenere un attestato di certificazione energetica a pochi soldi, senza nemmeno chiamare in causa un esperto che effettui un sopralluogo presso la casa, per analizzarne tutti i dettagli.
Occorre quindi puntare, come si sta facendo già in alcune regioni, come ad esempio la Lombardia e l’Emilia Romagna, a maggiori controlli ed eventualmente a considerevoli sanzioni. Sta proprio alle regioni tra l’altro chiarire i punti oscuri della norma. Solo così la legge potrà garantire una lotta efficace contro gli sprechi energetici e contro l’inquinamento ambientale.