La crescita dell’accumulo di acqua dolce non si ferma e tra l’altro gli esperti non riescono ad individuare delle specifiche cause. Probabilmente giocano un ruolo di fondamentale importanza i forti venti artici, i quali avrebbero determinato un’accelerazione della grande circolazione oceanica che porta il nome di Beaufort Gyre.
L’ipotesi più accreditata sarebbe quella spiegata dall’esperta Katharine Gile: “Di anno in anno ci siamo resi conto di un fenomeno che non trovava sempre spiegazione con i venti. Un’idea è che il ghiaccio marino formi una barriera tra l’atmosfera e l’oceano. E se il ghiaccio si modifica anche l’effetto del vento può cambiare.”
Per saperne di più gli scienziati si stanno concentrando all’osservazione del comportamento dei ghiacci e a questo scopo utilizzeranno anche le immagini provenienti da Envisat, un grande satellite che viene utilizzato per l’osservazione della Terra.
Altri indizi saranno quelli forniti dal satellite Cryosat, che si occupa di rilevare i ghiacci. Inoltre gli esperti prenderanno in considerazione anche i dati che nel corso di vent’anni ha trasmesso Ers-2, il quale è rimasto attivo fino al luglio dell’anno scorso. L’obiettivo è quello di evitare disastri in termini di cambiamenti climatici.
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