Se la natura fa parte di noi, non possiamo dire lo stesso. Siamo sempre più estraniati dagli habitat naturali, per questo è nata la pratica del forest bathing: ecco dove trovare le Oasi del respiro per riconnettersi con la natura.
Con i cambiamenti climatici, il surriscaldamento globale, la perdita della biodiversità e lo squilibrio degli ecosistemi negli ultimi anni l’amore per la natura sta acquisendo di nuovo la sua importanza. Sono sempre più gli individui in tutto il globo che agiscono per la tutela e la salvaguardia del nostro pianeta, ma è anche vero che ci stiamo sempre più estraniando dagli habitat naturali.
Se la campagna e la natura rientrano nelle preferenze di alcune persone, la maggior parte si concentrano nelle grandi città e metropoli. In particolar modo nei paesi più sviluppati il contatto con la natura è quasi del tutto sparito, se non per la possibilità di poterla esplorare attraverso gite, trekking o escursioni. Per permettere all’uomo di ritrovare una connessione più profonda con l’ambiente nativo, si sta diffondendo sempre di più la pratica del forest bathing. Questo fenomeno è arrivato anche in Italia attraverso le Oasi del respiro: di seguito tutto ciò che c’è da sapere.
Come si può intuire dallo stesso nome, il forest bathing è inteso letteralmente come “bagno nella foresta”. Questa esperienza del tutto naturale e immersiva ha come scopo principale quello di ritrovare il proprio benessere attraverso il contatto con la natura. Molto spesso, infatti, l’ambiente dove viviamo non determina il nostro stile di vita, il quale il più delle volte è ridotto a stress, ansie e impegni che possono soltanto accrescere la difficoltà a ritagliarci del tempo per rilassarci o per ritrovare il benessere interiore. Attraverso il forest bathing questo però è possibile.
Mettendoci in contatto con la natura, possiamo essere capaci di adattarci al cambiamento in maniera più rilassata e serena. Così come la nostra stessa qualità di vita può soltanto giovarne. Definita anche Shinrin-yoku, la pratica del forest bathing viene proprio dal Giappone, come il nome suggerisce. In questo senso lo Shinrin-yoku è inteso come una ricerca di interazione tra l’uomo e gli alberi, attraverso cui l’energia della natura ci aiuta a ristabilire il nostro equilibrio.
Per questo motivo il forest bathing è praticato nei boschi, nelle foreste e in mezzo alla vegetazione, ovunque ci siano alberi, piante o fiori in modo che la natura possa darci la giusta dose di pace e quiete per affrontare meglio la nostra quotidianità. Del resto la specie umana ha da sempre trascorso lunghi periodi all’interno di ambienti naturali.
La vegetazione, la flora e la fauna fanno parte del nostro essere, anche se negli ultimi decenni sembra che l’uomo non abbia fatto altro che dimenticare questo legame. Eppure una riconnessione con la natura è più importante di quanto si possa pensare. A dimostrarlo ci sono stati numerosi studi che hanno messo in evidenza quanto il rapporto tra gli spazi verdi e l’uomo sia fondamentale per il benessere della nostra specie.
L’immersione totale all’interno della natura non è soltanto a livello fisico ma soprattutto mentale e spirituale. Se durante l’età evolutiva l’uomo ha fatto della natura la sua casa e amica più fidata, in tempi recenti sta avvenendo l’esatto opposto. Eppure questo allontanamento determina un peggioramento della nostra salute e del nostro benessere.
A metterlo per iscritto è stato uno studio pubblicato sullo Scandinavian Journal of Public Health il cui scopo era scoprire se la possibilità di fruire di spazi verdi potesse in qualche modo influire sulla qualità della vita, e di conseguenza sullo stress quotidiano. La ricerca si è basata su un campione di 11.238 persone residenti in Danimarca, equamente diffusi in varie zone del Paese.
I cittadini distanti più di un chilometro dalle aree in cui erano presenti elementi naturali quali parchi, foreste, fiumi o laghi viaggiavano su una percentuale del 42 % di possibilità di essere più stressati di coloro che invece vivevano più vicino a quei luoghi. Allo stesso modo, queste persone tendevano a frequentare le aree verdi più spesso rispetto agli altri cittadini più lontani di almeno trecento metri.
Che il richiamo della natura sia forte, soprattutto per i suoi effetti benefici, è stato così sottolineato in questo studio. Ma è anche vero che esistono delle prove scientifiche messe in evidenza da esperti e studiosi. In questo senso i monoterpeni, ovvero delle sostanze emesse dalle piante e dalle molecole del legno, non soltanto aiutano a dare un senso di pace e benessere a livello psichico, ma anche fisiologico.
Grazie ai monoterpeni, infatti, è stato notato come questi aiutano ad abbassare la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e aumentano la funzione immunitaria. Oltre a diminuire anche il cortisolo, l’ormone che deriva dal colesterolo. Dunque i benefici di stare in mezzo agli alberi e al verde sono ampiamente dimostrati, eppure la pratica del forest bathing è arrivata in Italia soltanto adesso.
La prima cosa principale da sapere del forest bathing è che, per riuscire a farlo al meglio, è necessario avere una guida esperta in grado di conoscere a pieno le sequenze e le pratiche per permettere di connetterci in modo profondo con la natura. Dato che questo fenomeno si sta diffondendo pian piano in tutte le aree europee, in Italia non è ancora così facile trovare delle guide di forest bathing.
Per questo il WWF, insieme al famoso marchio delle caramelle Golia, ha così cominciato a far arrivare questa pratica anche nel nostro Paese mettendo insieme una rete di enti qualificati proprio nell’ambito del forest bathing, tra cui l’Aimef, Associazione Italiana Medicina Forestale, promuovendo dei percorsi mirati in tre siti della nostra penisola.
Questi luoghi sono stati definiti come Oasi del respiro, dove poter appunto concentrarsi sul silenzio, sul proprio corpo e sulla respirazione, tutto in un legame interconnesso con la natura che ci circonda. Una delle prime oasi del respiro è in uno dei grand canyon del nostro Paese, le Gole del Sagittario. Con un’estensione di 450 ettari, è una riserva naturale regionale e zona speciale di conservazione. Si trova ad Anversa degli Abruzzi, in provincia de L’Aquila ed è una delle oasi del WWF più belle e suggestive del nostro Paese.
L’altra oasi del respiro si trova nella riserva dei Ghirardi, anch’essa riserva naturale e oasi del WWF. La riserva abbraccia i comuni di Borgo Val di Taro e Albareto, in provincia di Parma con uno scorcio sugli Appennini e un’estensione di oltre 600 ettari pieni di vegetazione, flora e fauna. Infine la novità riguarda il Cratere degli Astroni, oasi del respiro a cavallo tra i comuni di Napoli e Pozzuoli. Anch’esso oasi del WWF, la particolarità è che in questo luogo c’è un cratere spento, oltre che laghi vulcanici e un bosco dove potersi immergere nel verde più puro.
Come sottolinea Marco Galaverni, direttore del programma e di Oasi WWF Italia. “Il benessere legato al contatto con la natura inizia già dal giardino sotto casa, a maggior ragione in queste Oasi del Respiro. Un motivo in più per tutelare gli ecosistemi forestali, che garantiscono decine di funzioni essenziali per la nostra esistenza”.
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