Forse il protocollo di Kyoto verrà prorogato fino al 2015, anche perché, secondo ciò che è emerso dalla Conferenza di Durban, non sembra esserci un accordo, che possa arrivare ad una decisione univoca. I 194 Paesi che partecipano alla Conferenza permangono su posizioni differenti e in particolare sono gli Stati Uniti, l’India e la Cina a non voler cedere riguardo alle loro idee, per cui si fa sempre più probabile l’ipotesi di prorogare il protocollo di Kyoto fino al 2015. A quel punto si dovrà cercare un accordo, il quale dovrebbe entrare in azione dal 2020.
Nonostante inizialmente a Durban non si voleva raggiungere un protocollo di Kyoto bis, ci si è accorti che riguardo ai mutamenti climatici ci sono posizioni molto diverse a livello mondiale, che impediscono di arrivare ad un accordo.
Gli Stati Uniti non intendono concedere alla Cina alcun vantaggio, mentre la Cina, dal canto proprio, non vuole modificare la sua definizione di “Paese in via di sviluppo”. Le differenze quindi restano e gli Stati Uniti fanno notare che c’è un ridotto impegno da parte della Cina, visto che i Paesi in via di sviluppo possono mettere in atto strategie per la riduzione dell’inquinamento su base volontaria, mentre i Paesi ricchi hanno l’obbligo di provvedere ad una riduzione delle emissioni.
Emerge chiaramente come dietro alle posizioni delle potenze mondiali ci sono anche altri interessi che vanno oltre l’obiettivo della tutela ambientale. Fino a quando prevarranno questi interessi, non si potrà mai fare abbastanza per la salvaguardia dell’ambiente.