Una buona notizia oppure un avvertimento su un pericolo imminente? È la domanda che ci si pone dopo che alcuni ricercatori dell’Università di Montreal, hanno fatto sapere che entro 100 anni, se non prima, potrebbe ritornare in vita una foresta fossile, sommersa dai ghiacciai. La causa? Ovviamente il riscaldamento climatico, causato dall’inquinamento. Sembrerebbe che la foresta fossile ricoprisse un’isola del Canada settentrionale circa due milioni e mezzo di anni fa e che oggi sia quasi totalmente ricoperta dal ghiaccio.
Una novità che forse spaventa, quella presentata alla Conferenza annuale dei paleontologi canadesi, dal team guidato da Alexandre Guertin Pasquier.
La scoperta sarebbe avvenuta sulla isola di Bylot, dove sarebbero stati rinvenuti alcuni dei resti fossili dell’antica foresta boreale. Si tratterebbe di una foresta che come tante altre starebbe riemergendo da un’ibernazione durata secoli. L’isola di Bylot si trova, dunque, sommersa dal ghiaccio nei territori Nunavit, nell’estremo nord del Canada. Si tratterebbe di una delle isole disabitate più estese presenti al mondo. è frequentata, in alcuni periodi dell’anno, dalle popolazioni Inuit per delle battute di caccia.
Probabilmente la foresta era simile a quelle presenti oggi nell’Alaska meridionale, dove il verde cresce ai margini di alcuni ghiacciai.
Al di sotto della torba e del permafrost che ricopre parte dell’isola, i ricercatori hanno prelevato e analizzato dei campioni di legno. L’analisi è stata possibile perché lo scioglimento del permafrost è superiore a quello che avevano calcolato gli esperti, in base al riscaldamento globale.
Ma non finisce qui, il metano, liberato nell’atmosfera dallo scioglimento del permafrost, contribuisce al riscaldamento globale. Le analisi su alcuni campioni di polline, poi, permetteranno di scoprire le temperature presenti all’epoca, in base al tipo di flora presente sulla superficie.
La temperatura media attuale dell’isola è di -15 gradi, ma non è stabile e nel giro di 80 anni la foresta fossile tornerà a essere attuale. Le condizioni climatiche potrebbero sostenere la crescita dei tipi di albero presenti nella foresta fossile, anche querce e noci, stando a quanto dichiarato da Guertin-Pasquier, durante l’esposizione dello studio. Il fatto che nel giro di 80 anni nell’isola possano crescere degli alberi, non porterebbe a nulla di positivo.
Foto di Joel
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