Il ruolo delle energie rinnovabili nel 2030, secondo il rapporto di Greenpeace, appare piuttosto definito e importante, portatore di nuove opportunità in termini di sostenibilità ambientale. Nel contesto futuro immaginato è impossibile ricavare energia dai combustibili fossili, perché questi costano troppo e sono responsabili di un forte impatto ambientale. Ecco perché sono previste due alternative: concentrarsi sugli impianti volti a sfruttare le fonti rinnovabili o provvedere ad irrobustire la rete elettrica mediante specifici interventi. Scelte che vanno valutate.
È questo il quadro delineato da “Revolution: battle of the grids”. Le stime sulla produzione italiana delle energie rinnovabili potrebbero prevedere risultati migliori, specialmente se si opera un confronto con i risultati conseguiti dagli altri Paesi europei. Basti pensare alla crescita del mercato inglese della consulenza sulle energie rinnovabili.
A questo proposito Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace, ha fatto notare:
Nel complesso dell’Europa è ipotizzabile che le rinnovabili arrivino fino al 68% nell’arco di vent’anni. Ma per andare oltre bisogna fare delle scelte.
In seguito al terremoto in Giappone gli Italiani hanno cominciato a preferire le energie rinnovabili, ma non può essere la paura a dare impulso al ricorso alle ecoenergie. Ciò che occorre è una scelta ecoresponsabile e consapevole. Il segreto sta nel mettere a punto adeguati investimenti per la creazione di una rete intelligente ed estesa, che offra nuove opportunità, come, ad esempio, la possibilità di far arrivare in Europa l’energia ricavata dai deserti o la regolazione dei consumi elettrici.
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