La ricerca scientifica di alcuni studiosi di Bristol ha, per taluni, qualcosa di davvero magico: si tratta di saponi magnetici, che i ricercatori affermano essere uno dei prodotti del futuro per prevenire disastri ambientali. Facciamo prima un passo indietro: da cosa deriva il problema? La questione riguarda i saponi, intesi come materiali tensioattivi, il cui smaltimento può creare dei problemi a livello di inquinamento ambientale, per non parlare di incidenti in cui sono coinvolte altre sostanze chimiche (ad esempio, il petrolio). Ma come è stato realizzato il prototipo del sapone magnetico? Semplicemente dissolvendo delle particelle di ferro in composti di cloro e bromo, del tutto similari a quelli presenti nei dentifrici e nei detergenti industriali.
In provetta il sapone sembra aver sconfitto anche la forza di gravità e aver attirato anche un mix di acqua e petrolio, spostandosi proprio perché attratto dalla forza del magnete. Questo potrebbe provarne una serie di applicazioni che vanno dalla conducibilità elettrica alla facilità di rimozione.
Ma quale sarebbe il suo utilizzo in condizioni differenti da quelle del laboratorio?
In un contesto di emergenza ambientale, ad esempio, potrebbe permettere di rimuovere le sostanze inquinanti fuoriuscite durante un incidente, evitando gravi danni ambientali correlati all’inquinamento dell’acqua.
La sua applicazione permetterebbe anche di rimuovere l’oro nero in caso di marea nera (come le recenti a cui abbiamo assistito) e quindi di evitare un così vasto inquinamento ambientale. Se davvero il progetto fosse testato e ne fosse provata l’efficacia, se ne potrebbe vedere l’applicazione anche in un’emergenza come quella della Costa Concordia.
photo: setaou
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