Tanto bello quanto rischioso. Chi fa trekking dovrebbe conoscere le regole fondamentali per non esporsi a pericoli per la propria incolumità.
I fatti di cronaca molto spesso danno il la a delle riflessioni più ampie. Il decesso della turista finlandese, tragedia consumatasi una settimana fa, ha aperto nuovamente al dibattito mediatico la questione della pericolosità del trekking da inesperti. A quanto pare sempre più persone, anche incoraggiate dai social media, con il desiderio di emulare gli influencer, affrontano percorsi di montagna senza avere la preparazione adatta e l’equipaggiamento necessario. Il sentiero degli dei, luogo nel quale la turista qualche giorno fa ha trovato la morte, è un suggestivo sentiero di montagna che attraversa la costiera amalfitana.
Purtroppo la montagna, come ogni risorsa naturalistica, affianca la bellezza alle insidie. Numerosi tratti panoramici sono esposti, il che significa che basta avere un giramento di testa o inciampare e si rischia di cadere nel vuoto per un centinaio di metri, al di sotto dei quali ci sono solo scogli e rocce. Peter Hoogstaden, ingegnere olandese e tour operator esperto di escursionismo, è stato intervistato dal “Corriere della Sera” sul tema.
A detta di Hoogstaden la montagna non è instagrammabile. Il che significa che l’esperto chiede un netto basta ai fenomeni di massa che fanno rischiare la vita alle persone. Come raggiungere la vetta più alta per postarla sui social. O esporsi a pericoli in montagna per ricevere maggiori like. Il sentiero degli dei era stato protagonista di post e video di numerosi followers, e per questo era diventato famoso. Così come il trekking spettacolare.
Solo che la natura non è ‘instagrammabile’, dunque non si plasma a misura umana solo perché è entrata a far parte del fantastico mondo dei social. Peter Hoogstaden sottolinea ancora una volta quali sono i comportamenti sbagliati, da evitare assolutamente. Non si deve camminare in infradito in montagna. Nonostante numerosi turisti lo facciano, è assolutamente errato e pericoloso. Non si deve affrontare il sole cocente senza acqua o la neve senza attrezzature. E un altro deciso no arriva per le app che mostrano i percorsi. A detta dell’esperto non sono complete, non mostrano i tratti pericolosi ed assolutamente non possono sostituire l’esperienza e la conoscenza di una guida.
Ribadiamo ancora una volta come il concetto di sostenibilità sia più complesso di quanto sembri. Il trekking sostenibile non è solo una passeggiata senza disturbare gli animali o senza abbandonare i rifiuti sul sentiero. È anche tutela della propria incolumità. La montagna non deve essere presa alla leggera. E lo sfortunato caso della turista 21enne ne è la dimostrazione. Basta poco per rischiare la vita, dunque ci si deve equipaggiare per tempo. Conoscere il sentiero da affrontare è la prima cosa da fare. Studiarlo attentamente e seguire i consigli del Cai, il club alpino italiano che ha tracciato tutti i sentieri e disposto i livelli di pericolosità.
Se si è inesperti, assolutamente non intraprendere percorsi pericolosi o esposti. Inoltre prima di affrontare un sentiero qualsiasi è bene dare una controllata accurata al meteo. In montagna la situazione meteorologica può variare rapidamente, e trovarsi bloccati in un temporale non è un’eventualità auspicabile. Leggere le mappe. Portare equipaggiamento idoneo al percorso, scarpe adatte e abbigliamento comodo. Ed anche se si parte preparati, la montagna rimane un enigma.
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