Uno dei misteri più affascinanti dell’universo che continua a sfidare la nostra comprensione della cosmologia è il cosiddetto vuoto di Bootes.
Nello spazio infinito sono tanti i fattori che gli studiosi cercano ancora di comprendere, l’universo, infatti, non è solo un intricato mosaico di stelle e pianeti. Alcune regioni dello spazio cosmico in effetti sembrano rispondere a regole diverse rispetto a quelle che conosciamo.
Una di queste è rappresentata proprio dal Vuoto di Bootes, un’area cosmica difficile da inquadrare, una specie di “buco” che potrebbe costringerci a riscrivere tutto ciò che pensiamo di sapere.
Il cielo notturno è sempre stato una fonte di ispirazione per l’umanità ma è proprio da quando gli astronomia coprirono il Vuoto di Bootes che molto domande ebbero inizio. Nessuno avrebbe infatti mai immaginato che nello spazio potesse esistere una regione di centinaia di milioni di anni luce priva di materia, ma quali sono i motivi di tutto questo?
Sono tantissime le teorie che gli astronomi di tutto il mondo hanno ideato per spiegare una regione così vasta e vuota, in cui sarebbe in verità stato possibile ospitare centinaia di galassie. Ad onor del vero, tuttavia, c’è da dire che anche il vuoto di Bootes non è così vuoto, visto che una manciata di galassie è presente, ma il loro numero è comunque infinitesimamente minore a quello del resto dell’universo conosciuto.
In molti sostengono che sia la famosa materia oscura ad aver influenzato questo vuoto, una materia in grado di influenzare il vuoto distorcendo la distribuzione delle galassie e creando questo spazio che altro non sarebbe che una sorta di “anomalia”.
Molti altri scienziati, invece, ipotizzano che nel vuoto di Bootes siano presenti altre le forze “misteriose” ad entrare in gioco, forze talmente potenti sa aver spinto via la materia creando questa regione.
Ciò che resta inesplorato e difficile da comprendere, tuttavia, è proprio quale sia la natura di queste forze e l’obiettivo degli studiosi di tutto il mondo è di arrivare a conoscerle. In fondo, al di là di ciò che molti pensano, solo il 31% della materia che fluttua nello spazio è di origine a noi nota, a testimonianza di come il più debba essere ancora scoperto.
Mentre le teorie abbondando, la scoperta della verità sul Vuoto di Bootes è ancora lontana. Ciò che è certo è che le sfide in ambito scientifico non finiranno mai e mentre continuiamo a strutturare il cielo sopra di noi non possiamo che goderci le meraviglie conosciute e porci ancora molte altre domande alla quale un giorno, forse, riusciremo a dare risposta.
Va infine evidenziato come la presenza di vuoti cosmici come questo solleva domande importanti sulla composizione dell’universo. Tanto abbiamo da imparare sull’universo e la ricerca della verità su quello che vi accade sarà ancora a lungo oggetto di studi.
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