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L’Ilva di Taranto è una società del gruppo Riva. Il suo scopo principale consiste nella produzione e nella trasformazione dell’acciaio. Il suo nome deriva da quello in latino dell’Isola d’Elba. Proprio su quest’isola nel passato veniva estratto il minerale di ferro per i primi altiforni. Lo stabilimento di Taranto può essere considerato a buon diritto uno dei più grandi complessi industriali in Europa, fra quelli dedicati alla lavorazione dell’acciaio. La storia dell’Ilva potrebbe essere considerata quasi centenaria e ha avuto origine ai primi del secolo scorso.
Le origini e la storia dell’Ilva
La fabbrica fu realizzata per volontà di alcuni industriali del Nord Italia. Inizialmente lo stabilimento era sotto il controllo pubblico. Successivamente, alla fine degli anni ’80, a causa della crisi del mercato dell’acciaio, lo stabilimento passò in mano a privati. Questo trasferimento suscitò parecchie polemiche, soprattutto fra gli amministratori pubblici e la popolazione, che viveva in un’area già molto minacciata dall’inquinamento industriale a causa della presenza di altiforni.
La fabbrica ha attraversato negli anni diverse traversie di gestione e complesse strategie economiche. Una tappa fondamentale è costituita dal 1995, quando il polo siderurgico di Taranto passò nelle mani del gruppo Riva. Dobbiamo ricordare che altri stabilimenti dello stesso genere si trovano anche a Genova, a Novi Ligure, a Varzi, a Pratica e a Racconigi.
Impatto ambientale e problemi dell’Ilva di Taranto
L’Ilva di Taranto sarebbe coinvolta in problemi per impatto ambientale molto gravi, che avrebbero causato numerosi problemi di inquinamento.
Alcune ricerche scientifiche hanno messo in evidenza una possibile corrispondenza fra le emissioni determinate dal settore siderurgico e i problemi di salute. A colpire è soprattutto la diffusione di tumori, malattie neurologiche e malattie renali.
Lo stato di forte inquinamento ambientale della città ha costretto a prendere delle decisioni restrittive, limitando anche la produzione dell’acciaio, pur di salvaguardare il rispetto dell’ambiente e la tutela della salute generale.
Queste restrizioni non hanno fatto altro che mettere a dura prova l’occupazione e per questo si sono susseguiti vari episodi di tensione fra i lavoratori, che hanno ampiamente protestato per difendere il loro posto di lavoro.
I provvedimenti nei confronti dell’Ilva di Taranto
Il 26 luglio 2012 il gip di Taranto ha disposto il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico. Inoltre è stato messo a punto un vero e proprio piano di recupero ambientale, per cercare di porre rimedio a tutti quei danni che l’inquinamento determinato dall’Ilva aveva provocato.
Lo stesso ministro della Salute ha fatto sapere che ci sarà un apposito piano per il monitoraggio ambientale e della salute dei cittadini. In questo modo si spera anche di portare avanti un’accurata opera di prevenzione, per evitare che si ripetano altre tragedie.
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