Come ogni anno in parte del mondo si celebrano alcuni riti che però, come nel caso delle foto che arrivano di nuovo da Dhaka, destano scalpore. Ma di cosa ci indigniamo?
Quando si tratta di parlare di questioni legate alla religione tutto diventa spinoso e complicato. Perché la religione è una somma di tradizioni antichissime per le quali, nel corso della storia, le persone hanno deciso di morire e di uccidere. Tra le tradizioni che, soprattutto nel mondo occidentale, risultano più difficili da concepire c’è quella che si trasforma in uno dei riti che a loro volta rientrano nella celebrazione musulmana di Eid al-Adha. Una celebrazione che si svolge ogni anno e che commemora il momento in cui Abramo fu fermato da Dio, così narrano tutti i Testi sacri delle tre grandi religioni monoteiste, nel momento in cui stava per uccidere il proprio figlio e sacrificò invece alla divinità un animale.
Durante questa celebrazione gli animali che sono oggetto del sacrificio rituale vengono uccisi seguendo una tradizione precisa, che porta la creatura in questione a morire per dissanguamento. Uno dei Paesi in cui si celebra il rito musulmano del sacrificio in occasione di Eid al-Adha è il Bangladesh con la capitale Dhaka che in almeno due occasioni è sembrata trasformarsi in un set di un film dell’orrore con le strade invase da un’acqua tinta di rosso. Scene che ovviamente indignano le coscienze ma che dovrebbero portare ad una riflessione un po’ diversa, lontana dalle valutazioni religiose.
Le immagini stanno facendo di nuovo il giro di Internet come accaduto già nel 2016 quando nel periodo in cui si celebra la ricorrenza musulmana di Eid al-Adha la capitale del Bangladesh fu coinvolta da un episodio temporalesco di proporzioni gigantesche che portò l’acqua a fuoriuscire dalle fogne a riversarsi nelle strade tingendosi di rosso per il sangue degli animali che nelle case e nelle botteghe stavano venendo sacrificati e dissanguati.
Ovviamente, tutte le coscienze in Occidente si sono sentite scosse e indignate per queste scene immaginando la sofferenza di quegli animali con la gola tagliata appesi a testa in giù ad aspettare solo di morire. E in effetti l’uccisione, benché rituale, per dissanguamento non è un sistema che garantisce il benessere dell’animale nel momento della macellazione. Ma volendo fare una domanda che allarga di poco la questione: quale sistema di macellazione è effettivamente misericordioso?
Sui social, dove le foto stanno facendo il giro del mondo, tanti si sentono di esprimere la propria indignazione per questo modo “barbaro” di trattare gli animali. Ma è effettivamente possibile stilare una classifica in base alla barbarie dei metodi con cui gli animali vengono uccisi per dare nutrimento agli esseri umani? E quanto è più barbaro sgozzare una capra, o una pecora, che è vissuta fino all’attimo prima in totale libertà nei campi rispetto all’uccidere con un colpo in testa una mucca che è stata costretta a vivere in due metri per due come se avesse commesso il più atroce dei crimini, dopo aver viaggiato in un camion bollente senza capire niente? Si tratta di punti di vista ma di certo non ci si può indignare solo perché qualcosa è palese e non accade dietro le porte chiuse di un macello.
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