Il Brasile è il Paese con il peggior impatto ambientale assoluto al mondo. Un primato davvero poco invidiabile, considerando che il record è frutto di evidenti peggioramenti degli atteggiamenti della nazione nei confronti dell’ecosostenibilità e dello sviluppo compatibile. Dietro il Paese sudamericano, la classifica presenta i soliti nomi noti: Stati Uniti e Cina completano il podio, poi Giappone e Messico.
A nominare il Brasile maglia nera dell’ecologia internazionale è stata l’Università di Adelaide, in Australia, ma la notizia ha avuto ampio risalto all’interno dei confini del Paese carioca, dove la stampa ha dato molto spazio allo studio dell’istituzione oceanica, denominato “Evaluate the relative environmental impact of countries”, cioè “Valutazione dell’impatto ambientale relativo dei Paesi”.
L’analisi dell’Università di Adelaide ha così penalizzato le politiche di sfruttamento massivo ambientale del Brasile. Il Paese è infatti il leader negativo in termini di disboscamento, e rientra tra i peggiori quattro performer a livello mondiale per ciò che concerne la trasformazione dell’habitat naturale, le specie a rischio estinzione, l’emissione di Co2. In peggioramento anche le prestazioni in termini di perdita della biodiversità, inquinamento dell’aria e dell’acqua, crescita demografica ed economica.
Per quanto ovvio, trattandosi di una classifica su valori assoluti, a pesare sul bilancio brasiliano è stata la grande estensione territoriale della nazione. Scopriamo così che, in termini proporzionati alle dimensioni e alle risorse naturali, i Paesi con il peggior impatto ambientale diventano Singapore e Corea del Sud.
Immagine tratta da gentileschi.it