In vista di un ridotto impatto ambientale si è pensato a dei pesci meccanici per captare il petrolio in mare. Il tutto è frutto dell’idea e del lavoro degli esperti del Nato Undersea Research Centre. Gli studiosi hanno infatti progettato dei veicoli sottomarini, che riescono a carpire i versamenti di idrocarburi nelle acque del mare, in modo da lanciare subito l’allarme e intervenire in tempo, evitando danni ambientali disastrosi. Davvero una comodità che permette di riuscire ad assicurare una maggiore tutela ambientale. Una sorta di vera garanzia per la sostenibilità ambientale.
Non si può negare che l’inquinamento del mare nel Mediterraneo è rappresentato dal petrolio e dalla plastica. In molti casi è necessario intervenire dietro una specifica segnalazione. I veicoli meccanici potrebbero entrare in azione in questo senso. Essi sono anche in grado di rilavare la presenza di barche all’interno delle aree marine protette, in modo che le autorità decidano il da farsi. Legambiente ha individuato le principali cause di inquinamento del mare.
Occorre però agire in maniera concreta, per riuscire ad arginare la situazione. I congegni meccanici stanno operando ancora in via sperimentale, supportati da una rete di tecnologie avanzate. Il primo test, attuato mediante la simulazione di un versamento di idrocarburi, si è rivelato un vero successo.
Si spera sulle prospettive aperte, visto che gli effetti dell’inquinamento non sono da trascurare. I molluschi sono a rischio a causa dell’inquinamento del mare, per citare solo una delle conseguenze. Non resta che vedere se i pesci meccanici potranno rappresentare un punto di svolta.