In tema di impatto ambientale non si deve dimenticare che in Italia anche la musica è green. Il discorso vale almeno per alcuni generi di musica, come ha messo in evidenza una ricerca portata avanti dalla Ispo di Renato Mannheimer. L’ecocompatibilità è una questione che dovrebbe coinvolgere vari settori, in modo da riuscire a costruire un mondo più vivibile e più a misura d’uomo. Ma che cosa si intende esattamente per musica ecosostenibile? Si tratta di mettere in atto comportamenti ecocompatibili per tutto ciò che riguarda la musica e i concerti. Gli Italiani su questo hanno le idee chiare.
Non a caso infatti dall’inchiesta è emerso che il 74% dei nostri connazionali preferisce gli spettacoli ecosostenibili e il 34% ha fatto presente che, se potesse, rinuncerebbe ad usare l’automobile per andare ad un concerto, scegliendo come alternativa i mezzi pubblici. Intenzioni che lasciano ben sperare per ciò che concerne l’opportunità di ridurre le emissioni di anidride carbonica e il conseguente inquinamento dell’aria. Non è un elemento affatto da trascurare, quello della mobilità sostenibile, in occasione di un evento musicale, visto che si è calcolato che sono proprio le emissioni di CO2 a costituire il 70% dell’impatto ambientale forte determinato da un concerto.
L’uso dei trasporti pubblici per recarsi ai concerti in vista di una mobilità a basso impatto ambientale potrebbe rientrare fra le definizioni e le regole per vivere a impatto zero. Il sondaggio ha consentito di calcolare che con i concerti green si risparmierebbe il 75% delle emissioni totali.
In tema di ridotto impatto ambientale non possiamo non ricordare il tour di Jovanotti per l’ecosostenibilità. Volendo stilare una classifica della musica sostenibile, al primo posto andrebbero la musica classica e lirica, segue il pop e chiude la classifica il metal-punk. Scegliamo allora la musica ecocompatibile, visto che le emissioni nocive e l’inquinamento saranno in crescita dal 2012.