Atti di inquinamento ambientale nella gestione delle acque marchigiane hanno portato le autorità al sequestro dell’impianto di depurazione di Falconara Marittima
Gli illeciti che contravvengono le norme sulla tutela dell’ambiente sono decisamente gravi da parte di singoli cittadini. E lo sono ancora di più quando i soggetti che inquinano sono proprio coloro che sono stati incaricati della gestione degli inquinanti. Come è accaduto, e continua ancora ad accadere, per la gestione dei rifiuti, anche quella delle acque inquinate, e dei rispettivi depuratori, non sempre funziona a dovere. Il decentramento dell’affidamento dei lavori, generalmente di gestione comunale, lascia ad ogni ente locale la discrezionalità della serietà degli impianti. Almeno nella prassi. Dato che nella teoria ogni impianto di depurazione deve funzionare assolutamente a dovere.
Ed invece i casi di cronaca raccontano una storia diversa. E questa volta si parla di una località marchigiana, Falconara Marittima. È un impianto di depulazione delle acque reflue attivo dal 1988, che si occupa di più Comuni nella provincia di Ancona. Durante la Depuration day, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Ancona, insieme ai militari della Capitaneria di Porto Guardia Costiera Ancona – Sezione Staccata di Falconara hanno sequestrato il depuratore a seguito dell’ingiunzione del Tribunale di Ancona.
L’impianto di depurazione di Falconara Marittima è attivo dal 1988, e si occupa di 81mila abitanti equivalenti, di cui gestisce le acque reflue. La tecnica di smaltimento ovviamente nel tempo si è evoluta, anche per adeguarsi alle diverse normatice che si sono succedute. Come descrive il portale stesso del depuratore, “L’impianto raccoglie i reflui di una rete fognaria di tipo misto e si sviluppa su due linee di trattamento Le acque reflue in arrivo dalla rete fognaria sono sottoposte ai trattamenti di grigliatura, dissabbiatura e sedimentazione finale dove i fanghi attivi vengono separati dall’acqua. Disinfezione e scarico sono i passaggi finali del processo. Il depuratore è inoltre dotato di una linea fanghi e da un digestore anaerobico mesofilo, riscaldato, nel quale i fanghi vengono stabilizzati con contestuale produzione di biogas”.
Finalmente il sequestro è arrivato. L’ordine del Tribunale di Ancona lo aveva precettato già dall’aprile 2020, quando nel punto di mare vicino allo scarico dell’impianto di depurazione, era stata avvistata presenza di schiuma e acqua torbida, presso Falconara Marittima. E dunque agli indagati sono stati contestati i reati di inquinamento ambientale e scarico di reflui non autorizzati.
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