Vuoi diventare imprenditore agricolo? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul campo; dalle norme alle competenze che servono.
“Voglio andare a vivere in campagna…” è così che intonava la canzone di Toto Cutugno, presentata al Festival di Sanremo di tanti anni fa. Certamente a ricordarlo non saranno le nuove generazioni ed i Millennials erano piccoli, quindi non potevano cogliere il senso della hit. Oggi forse possiamo capirla tutti un po’ meglio.
Vivere in campagna è un’esigenza, un modo per evadere dal caos cittadino dove i tempi frenetici mettono la nostra psiche sempre a dura prova. E poi chi lo dice che in città si trova lavoro con maggiore facilità? Anche questa idea ormai è da scartare. Ecco allora perché vivere lontano da quel contesto può essere utile.
Imprenditore agricolo, come intraprendere questo percorso
Il mondo del lavoro subisce un continuo cambiamento e spesso ci troviamo costretti a rimboccarci le maniche oltre che a proporre qualcosa su nostra iniziativa. Ad esempio, se ami la campagna ed i frutti della terra, dovresti pensare di fare del tuo lavoro una passione. Vediamo quindi cosa dice la normativa ma prima mettiti alla prova: possiedi tutti i requisiti?
Su questo primo punto diciamo che la normativa comunitaria non ha dubbi ed ha stilato un piccolo vademecum per gli aspiranti imprenditori agricoli. Cominciamo dal titolo di studio: il diploma di Istituto Tecnico Agrario, un titolo di studio universitario, una scuola di specializzazione del settore agrario, forestale o veterinario è certamente ideale per avere una buona conoscenza ed attuare così le giuste strategie.
Le competenze specifiche possono essere ottenute da un corso di formazione specifico, organizzato da Enti riconosciuti dallo Stato, trattasi di corsi di almeno 150 ore. In alternativa, aver maturato esperienza lavorativa nella mansione di direttore di un’impresa agricola per almeno due anni continuativi.
Le abilità organizzative e gestionali sono importanti, soprattutto quando i raccolti per un anno possono non andare come si sperava a causa del cambiamento climatico, delle situazioni politiche e a tante altre variabili. Per non parlare altresì delle ottime doti comunicative e commerciali; saranno queste capacità a stabilire una rete di rapporti per vendere e promuovere i propri prodotti sul mercato e decretarne quindi la crescita costante.
Cosa prevede la normativa nazionale
La figura dell’imprenditore agricolo è regolamentata nel Capo II del Codice Civile Italia che in particolare prevede le disposizioni generali riguardanti l’impresa agricola. A tal proposito dispone che “È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.”
Vi rientrano in tale figura anche le cooperative di imprenditori e i consorzi. Quando la normativa parla di attività connesse si riferisce alla manipolazione, conservazione e trasformazione dei prodotti ottenuti dagli animali e/o campi. La loro commercializzazione nonché le attività che valorizzano il territorio e il patrimonio rurale e forestale, si fa cenno alle strutture ricettive.