A volte sentiamo parlare di impronta ecologica. Ma sappiamo esattamente di cosa si tratta? Nel dubbio, cerchiamo di definire questa importante nozione, e tentiamo di vedere in che modo sia possibile calcolare il nostro impatto sull’ecomondo, al fine di assumere dei correttivi utili e rendere il nostro comportamento maggiormente ecocompatibile, in un Pianeta sempre più popolato.
L’impronta ecologica
Attraverso il termine di “impronta ecologica“, si vuole intendere l’influenza che ciascuno di noi esercita sulla Terra. La traduzione dell’impronta ecologica è effettuata mediante il calcolo di quanto territorio biologicamente produttivo sarebbe necessario per soddisfare una città, un Paese o, nel nostro caso, più semplicemente la vita di un individuo (la c.d. impronta ecologica pro-capite, di cui si discute fin dagli anni ’90).
Come calcolare l’impronta ecologica
Sulla rete ci sono tantissimi strumenti di calcolo dell’impronta ecologica. Uno che a noi è piaciuto tanto, poichè si rivolge principalmente (ma non solo) ai giovanissimi, è quello creato da Saras per la Scuola, a questo indirizzo. Abbiamo fatto una simulazione sui nostri consumi quotidiani… ed abbiamo scoperto che la nostra impronta ecologica equivale a poco meno di quattro campi da calcio.
L’impronta ecologica dell’Italia
Ma quanta “impronta ecologica” è relativa all’intera Penisola? Secondo gli ultimi dati aggiornati, resi disponibili dal WWF sull’anno 2005, l’Italia avrebbe un’impronta ecologica pro capite pari a 4,2 ettari, ma una biocapacità di soli 1 ettaro pro capite. In sintesi, ciascun italiano vive ben al di sopra (+ 3,1 ettari pro capite) di quanto può produrre il proprio territorio occupando, a livello mondiale, il 29mo posto in qualità di Paese con il maggior deficit ecologico.
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