Gli incendi in Italia possono essere considerati un vero e proprio crimine che va ai danni del patrimonio comune. A dirlo è stato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, che ha deciso di scrivere una lettera rivolta ai piromani. Molti incendi nella nostra penisola infatti sono di carattere doloso, che vengono appiccati soltanto per fini speculativi. C’è chi spera di ricavare un vantaggio dai finanziamenti destinati alle attività di spegnimento e c’è chi vuole assicurarsi un futuro lavoro che consiste nel rimboschimento.
Legambiente ha specificato che gli incendi non lasciano la possibilità di sviluppo delle economie locali. Inoltre è stato sottolineato come ci sia bisogno di migliorare la qualità degli ambienti naturali in Italia, perché rappresentano una potenziale fonte di ricchezza in vista di una crescita che possa essere anche ecosostenibile. Vittorio Cogliati Dezza ha dichiarato esplicitamente: “I soldi non si fanno bruciando aree verdi, ma tutelandole e lavorando insieme alla parte migliore del Paese per costruire sviluppo e occupazione“.
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Dall’Emilia alla Sicilia brucia il patrimonio boschivo
Gli incendi in Italia continuano a non lasciare tregua alla nostra penisola, dall’Emilia alla Sicilia. Molti incendi sono di origine dolosa e stanno distruggendo il nostro patrimonio ambientale, facendo anche delle vittime. Due anziani sono morti infatti, uno nel parmense e l’altro in provincia di Bologna. In Toscana sono stati divorati dalle fiamme più di 5.000 metri quadrati di boschi che fanno parte del Parco naturale di San Rossore, situato tra le province di Pisa e di Lucca.
Il rogo sarebbe anche qui di origine dolosa. A Roma un incendio di vaste dimensioni si è sviluppato nella zona di Torrevecchia, coinvolgendo anche un deposito abusivo di copertoni. In Sicilia vari sono i focolai, ma ha suscitato parecchie polemiche, in termini di sostenibilità ambientale, soprattutto l’incendio che ha messo in ginocchio la Riserva naturale dello Zingaro, in provincia di Trapani. In provincia di Foggia si è verificato un ampio incendio boschivo, al confine tra i Comuni di Monte Sant’Angelo e Mattinata.
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A Roma in fiamme la collina di Monte Ciocci
Gli incendi in Italia in questa estate infuocata non si arrestano. A Roma Nord è andata in fiamme la collina di Monti Ciocci. Molte le persone che si sono riversate in strada, minacciate dal fumo e dalle fiamme vicine alle abitazioni. Il fumo è stato visto da ogni parte della città e la cenere ha raggiunto anche San Pietro. A quanto pare la causa di tutto è da rintracciare nello scoppio di un petardo. L’incendio prima era solo circoscritto, ma poi si è esteso e molti abitanti della zona lo hanno definito come impressionante.
Molte sono state anche le polemiche sulla vicenda, perché è stato notato che Monte Ciocci costituisce un parco abbandonato all’incuria e che il Comune non ha avviato i lavori per la manutenzione del verde, anche se da parte dell’amministrazione comunale è stato dichiarato che i lavori sono in corso di svolgimento. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con un elicottero e con delle autopompe. I cittadini sono stati invati a chiudere le finestre per difendersi dal fumo.
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Oltre 30 roghi nella penisola
A cura di Gianluca Rini
Diversi sono gli incendi che in questo periodo stanno colpendo il nostro Paese. Ad essere interessati maggiormente sono il Sud e le isole maggiori. Il caso più drammatico si è avuto a San Teodoro, in Sardegna, dove ci sono stati quattro ustionati e 700 persone sono state evacuate. La Sicilia è invece la regione dalla quale sono arrivate le più numerose richieste di intervento. In particolare è stato registrato un rogo che ha devastato la vegetazione alle pendici di Monte Cuccio, alla periferia di Palermo. Sempre in Sicilia, sono stati distrutti a causa delle fiamme alcuni alberi centenari di ulivo a Lipari, in località San Calogero.
A San Teodoro, sulla costa orientale della Sardegna, la situazione è stata molto complicata. Quattro uomini intervenuti per gestire la situazione sono stati ustionati a causa dello scoppio di una cisterna vicino ad un’officina.
Per spegnere l’incendio sono stati impiegati quattro canadair e quattro velivoli. A terra hanno agito gli uomini della Forestale e dei vigili del fuoco. Si sono avuti anche problemi alla circolazione, visto che le fiamme e il fumo hanno invaso anche due strade statali.
Sempre in Sardegna si è verificato un altro incendio nel nuorese, a Ottana. Il tutto è partito da un campo coltivato alla periferia del paese.
Nel cagliaritano un altro rogo si è sprigionato a partire da un terreno con sterpaglie. Le fiamme hanno provocato danni a due abitazioni e a un’auto, ma non ci sono stati feriti.
Molto colpita anche l’area del Gargano, l’Abruzzo e il Molise. In particolare nel pescarese si sono verificati diversi incendi nelle campagne dell’entroterra. Le fiamme sono arrivate a minacciare anche le abitazioni.
In Italia è vero allarme
A cura di Gianluca Rini
Operando un confronto fra gli incendi boschivi che si sono verificati nei primi sei mesi dell’anno scorso e nei primi sei mesi del 2012, si scopre che quest’anno si sono verificati circa 2.500 incendi, il 76% in più rispetto all’anno scorso. A lanciare l’allarme sulla situazione è stato il Corpo Forestale dello Stato. Nello specifico gli incendi boschivi di quest’anno hanno coinvolto circa 10.000 ettari di superficie, sia boscata che non boscata. Se si confrontano questi dati con quelli relativi al triennio precedente, emerge che c’è stato un aumento del 150%.
Andando nel dettaglio ed esaminando la situazione in base al territorio italiano, si scopre che nelle regioni del centro nord si è registrato un incremento del 45% degli incendi.
In ogni caso le regioni coinvolte per maggiore criticità, per quanto riguarda soprattutto la campagna estiva contro gli incendi, rimangono la Campania, la Calabria, la Puglia e il Lazio.
Il Corpo Forestale dello Stato ha deciso di vigilare, ritenendo come periodo di massima pericolosità quello che va dal 15 luglio al 15 settembre.
Il Corpo Forestale ha fatto notare che circa il 65% degli incendi boschivi in Italia ha origine dolosa e che l’azione è rivolta non solo per ciò che riguarda la prevenzione, ma anche per tutto ciò che concerne la repressione del fenomeno.
Il Corpo Forestale ha messo in atto un vero e proprio sistema investigativo, che ha portato all’arresto di persone in flagranza di reato e alla denuncia di 243 persone. I sistemi per combattere gli incendi estivi o comunque che riguardano tutto il periodo dell’anno ci sono.
Basta soltanto applicarli per difendere il nostro patrimonio ambientale.
Cause, legge e reati
Gli incendi boschivi rappresentano un pericolo che si fa sempre più allarmante soprattutto nella stagione calda. Basta poco per riuscire a scatenare un incendio che mette a repentaglio un intero ecosistema, distruggendone la biodiversità animale e vegetale che ne sta alla base e intervenendo in maniera radicata nella modifica dei delicati equilibri ambientali che stanno alla base dei boschi e delle foreste. Bisogna infatti ricordare che questi costituiscono degli habitat naturali di fondamentale importanza per molte specie, per cui andrebbero tutelati in maniera profonda.
Bruciare le sterpaglie è reato
Per legge è vietato bruciare le sterpaglie. Infatti l’articolo 13 del decreto legislativo 205/2010 stabilisce che la paglia o i resti delle potature o in generale tutti i materiali agricoli e forestali naturali, se non vengono utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia, devono essere considerati dei rifiuti e devono essere trattati come tali.
Proprio per questo avviare ad un processo di combustione i residui vegetali deve essere inteso come una illecita pratica di smaltimento dei rifiuti, che può essere sanzionata amministrativamente ma anche penalmente. Fra le pene c’è anche l’arresto (da tre mesi a un anno per i rifiuti non pericolosi, da sei mesi a due anni per i rifiuti pericolosi) e una multa che va da 2.600 euro a 26.000 euro.
Per smaltire i rifiuti vegetali senza incorrere in delle sanzioni, si può scegliere: depositare i rifiuti nei contenitori, se sono in piccole quantità, attuare il conferimento nelle discariche pubbliche, sottoporli ad un processo di triturazione mediante un apposito trituratore degli scarti vegetali e poi cospargerli sul terreno, utilizzandoli come un composto organico concimante.
Le cause degli incendi boschivi
Le cause degli incendi boschivi sono da rintracciare innanzi tutto nell’uso del fuoco a livello delle pratiche agronomiche e pastorali, ma ci sono anche altri motivi che stanno alla base degli incendi.
Spesso gli uomini sperano anche di trarre profitto dagli incendi boschivi e questo si verifica quando si vogliono ricavare dalle foreste terreni coltivabili, terreni rurali per l’edificazione.
Ci sono degli incendi provocati anche dai piromani, ma spesso ci troviamo di fronte a delle cause colpose o involontarie, legate all’imprudenza o alla disattenzione.
I dati sugli incendi boschivi
Il Corpo Forestale dello Stato mette in evidenza i dati relativi agli incendi boschivi. L’estate 2011 è stata caratterizzata da un notevole aumento del numero degli incendi boschivi rispetto al 2012. Si è registrato un aumento di circa il 200% del numero dei roghi e di oltre il 300% delle superfici andate in fumo.
In particolare dall’1 gennaio al 29 maggio 2011 si sono avuti 1.109 incendi in tutta Italia, per una superficie totale di 4.076 ettari. Di questi, 2.563 ettari sono di superficie boscata e 1.513 ettari di superficie non boscata.
La regione più colpita dagli incendi nel 2011 è stata la Campania, seguita poi dalla Lombardia, dalla Toscana e dal Piemonte.