Uzbekistan, la storia dell’incendio spento attraverso la bomba nucleare: come la tecnologia peggiore mai inventata riuscì a contrastare i combustibili fossili.
Quando si pensa ai disastri che la bomba atomica provocò ad Hiroshima e Nagasaki (rispettivamente avvenuti il 6 e il 9 agosto 1945), non si può non concordare sulla pericolosità della tecnologia che, con ogni probabilità, è stata quella che più ha modificato il mondo che conosciamo.
Nel corso degli anni, la produzione di armi nucleari si è sviluppata fino a livelli inimmaginabili. Attualmente, le bombe atomiche che si contano sul pianeta sono circa 15mila (di cui 7mila a testa solo in Russia e Stati Uniti): l’equivalente di ben 3 miliardi di tonnellate di tritolo.
Pensare a quali sarebbero le conseguenze della deflagrazione di tutte le bombe nucleari esistenti è, ovviamente, uno scenario a cui i più non vorrebbero neanche lontanamente avvicinarsi. Ma come la mettereste se vi dicessimo che persino la bomba atomica, pur nelle sue agghiaccianti fattezze, ha dimostrato di poter essere “utile” in circostanze di estremo pericolo?
Se la storia dell’Uzbekistan e del pozzo di gas esploso nel 1963 non dovesse dirvi nulla, preparatevi ad ascoltarne i dettagli grazie al contributo video della content creator che, su TikTok, è conosciuta come @avvocatoatomico. Si tratta della storia di un incendio che, se solo non si fosse intervenuti a spegnerlo mediante la bomba atomica, avrebbe continuato a causare gravissime ripercussioni sugli abitanti delle aree limitrofe, nonché sull’ambiente circostante.
Su TikTok è conosciuta col nickname di @avvocatoatomico, ed ogni giorno si batte per contrastare la disinformazione e le false teorie concernenti il nucleare. “L’energia più green è blu“: questo il motto che compare fin dalla homepage del suo profilo. Ed è stata proprio la content creator in questione a spiegarci perché la tecnologia più agghiacciante mai inventata, quella della bomba atomica, talvolta può rivelarsi persino più utile delle aspettative.
Tramite una clip apparsa su TikTok, l’esperta ha narrato ai suoi seguaci la storia del disastro in Uzbekistan. Per spiegarla dobbiamo risalire al 1963, anno in cui, presso il suddetto Stato, esplode un pozzo dal quale inizia a fuoriuscire gas ininterrottamente. Nonostante si sia tentato di fermare il tutto tramite svariati mezzi, l’équipe di scienziati che seguì il caso non riuscì a far smettere di bruciare il pozzo in alcun modo.
La perdita di idrocarburi – fondamentali per il riscaldamento delle case, e non solo – iniziò a preoccupare enormemente la comunità scientifica, incapace di trovare una soluzione al problema che, da oltre tre anni, teneva in sospeso l’Uzbekistan. Questo fino a quando uno degli studiosi chiamati ad analizzare il fenomeno, come rivela @avvocatoatomico, ebbe l’idea di proporre la bomba nucleare come soluzione al disastro che si stava via via espandendo.
Un’idea che, per quanto possa risultare agghiacciante, sembrò essere l’unica alternativa possibile per combattere il potere dei combustibili fossili. Ma che cosa accadde con la bomba da 30 chilotoni – per intenderci, il doppio di quella che devastò Hiroshima – che l’équipe di scienziati, alla fine, arrivò a procurarsi? Venne effettivamente usata per spegnere l’incendio scoppiato nel pozzo, o si trattò solamente in una mera ipotesi mai concretizzata?
Ci siamo interrotti con una domanda fondamentale: la bomba da 30 chilotoni reperita venne davvero usata per stoppare il disastro del pozzo in Uzbekistan? Come spiega il racconto di @avvocatoatomico, alla fine l’arma nucleare più potente al mondo si rivelò essere a dir poco risolutiva nel caso in questione.
“L’hanno fatta detonare nel pozzo e alla fine ha funzionato” – argomenta la content creator nella clip di TikTok – “La detonazione ha deformato il condotto di uscita del gas e l’incendio si è spento in circa 23 secondi“.
Ma ora l’interrogativo che verrebbe da porsi è proprio il seguente: cosa si è avvertito in superficie? Stando alla spiegazione dell’esperta, in realtà lo scoppio della bomba non ebbe nessuna conseguenza rilevante – nemmeno a livello di radiazioni percepite – in superficie. Addirittura, l’espediente della bomba atomica per spegnere incendi di tal genere venne impiegato per ben quattro volte negli anni seguenti.
“Pure la peggior tecnologia o la fissione nucleare è stata utile contro i combustibili fossili“: questo il commento della content creator, grazie alla quale siamo venuti a conoscenza di una vicenda che, con ogni probabilità, non avremmo avuto modo di apprendere diversamente.
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