È stato dichiarato fuori controllo il rogo che negli ultimi giorni ha coinvolto Tenerife, la famosa isola al largo della costa spagnola.
Purtroppo un’altra estate in cui siamo costretti ad assistere impotenti alla sequela di roghi che devastano intere aree boschive. Non è altro che un serpente che si morde la coda. L’aumento delle temperature ed i cambiamenti climatici non fanno che aumentare le possibilità di incendi, i quali distruggono la vegetazione necessaria a contenere il surriscaldamento globale. A questo fenomeno naturale si deve unire l’attività antropica. Buona parte dei roghi potrebbero essere di origine dolosa. Così come quello di Tenerife, che da giorni sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospesa.
L’incendio è stato definito fuori controllo. Dunque non è ancora possibile stabilire l’entità dei danni, sia al livello economico che faunistico e ambientale. Un’altra tragedia che si consuma senza che si possa fare molto. Purtroppo gli interventi possono fare poco. In questa stagione, specialmente in presenza di vegetazione arida e di correnti di aria, le fiamme si spargono molto rapidamente, ‘mangiando’ in pochi minuti interi ettari di vegetazione boschiva.
Gli inquirenti locali non hanno ancora stabilito la causa esatta che ha dato il via al devastante rogo di Tenerife. All’alba del 16 agosto le fiamme hanno iniziato a prendere piede nell’area boschiva intorno ai comuni di Arafo e Candelaria. In poco tempo ha raso al suolo 130 ettari di bosco. Le autorità sono intervenute per contenere l’incendio, ma a quanto pare è troppo grande e di diffusione troppo rapida. Dopo due giorni ininterrotti di rogo l’incendio di Tenerife è stato definito “fuori controllo“.
Il che non annuncia nulla di buono. Ciò significa che la mano umana non è in grado di contenere e spegnere le fiamme, e la sorte della vegetazione dell’isola rimane nella mani dei fenomeni naturali. È stato definito il più grave incendio delle Canaie da 40 anni a quesa parte. Altre isole, come Rodi e Corfù, si sono trovate ad affrontare emergenze simili, ma non di tale portata. La conseguenza diretta, dopo due giorni di fiamme ininterrotte, è stata l’evacuazione di quasi ottomila persone.
Ad altre è stato imposto di rimanere chiuse nelle loro case con porte e finestre chiuse per non fare entrare fumo e fuliggine. Niente paura per chi vuole andare a visitare l’isola. Le autorità locali hanno dichiarato che le principali località turistiche sono al sicuro e lontane dall’incendio. Anche se a parere di chi scrive è piuttosto macabro andare in vacanza in leggerezza a pochi chilometri dal luogo in cui si tra consumando una tragedia ambientale.
Purtroppo ogni estate si assiste impotenti alle medesime notizie. Che non fanno che eliminare le ultime risorse che abbiamo per contrastare i cambiamenti climatici in atto. Le aree boschive sono una forte arma dalla nostra parte, che deve essere conservata e tutelata. In alcuni Paesi del mondo, dato che una convenzione internazionale protegge le aree boschive, su cui vige il divieto di abbattimento, alcune pratiche criminose appiccano intenzionalmente i roghi per rendere legittimo lo sfruttamento di quelle aree per l’allevamento animale finalizzato al commercio internazionale.
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