Gli incentivi per il fotovoltaico 2012 continuano a rappresentare una questione che fa molto discutere. Si parla tanto di sviluppo sostenibile, si punta tanto sulla possibilità di avviare in Italia un processo economico, che non trascuri il rispetto dell’ambiente e poi non si presta la dovuta attenzione a tutti quegli investimenti e aiuti finanziari che dovrebbero invece promuovere proprio un ridotto impatto ambientale. In questo senso sarebbe fondamentale investire sulle energie rinnovabili e sull’energia solare in particolare. Invece ci si ritrova a dover avere a che fare con i tagli anche in questo settore.
A cura di Gianluca Rini
Il quinto Conto energia, su cui ancora devono essere forniti chiarimenti, prevede un dimezzamento per i sussidi destinati al fotovoltaico. Ma come si può pretendere di tagliare senza compromettere lo sviluppo ecosostenibile del nostro Paese? È veramente inconcepibile.
Eppure i dati sull’argomento sono evidenti. Con il nuovo sistema previsto dovrebbero essere autorizzati soltanto gli impianti solari che rientrano nel limite di spesa pari a 80 milioni per semestre.
È da tenere presente che 10 milioni sono comunque riservati agli impianti all’insegna dell’innovazione e altri 10 al fotovoltaico a concentrazione. Nuovi criteri che non fanno altro che tagliare, senza tenere conto che ad essere tagliati sono i fondi fondamentali per garantire la salvaguardia dell’ambiente.
Il nuovo sistema di incentivazione prevede tra l’altro la realizzazione di una graduatoria per far rientrare gli impianti fotovoltaici nel nuovo registro. Verranno privilegiati gli impianti solari installati su edifici che abbiano una certificazione energetica almeno di classe D, in secondo luogo un posto di rilievo sarà dato agli impianti in grado di sostituire le coperture, anche quelle realizzate in amianto da sostituire.
Anche gli impianti fino a 200 kW per le aziende agricole e quelli costruiti dalle amministrazioni comunali di paesi con meno di 5.000 abitanti verranno favoriti.
Tuttavia gli incentivi previsti sono più ridotti rispetti a quelli attuali. Sembra quasi che ci sia l’intenzione di privilegiare l’ottica del risparmio in un settore che invece dovrebbe essere ampiamente favorito, perché è d’importanza vitale sia per il superamento della crisi economica che per il sostegno all’ambiente.
Chieste più agevolazioni per il solare termico
Gli incentivi per il fotovoltaico rappresentano una buona occasione per promuovere la sostenibilità ambientale attraverso il ricorso all’energia pulita. In questo quadro non si devono dimenticare i vantaggi apportati dal solare termico. Ecco perché l’associazione Assolterm, insieme ad altre associazioni del solare, in occasione della conferenza dell’industria solare-Italia 2012, hanno chiesto al governo più agevolazioni per quanto riguarda anche gli ecoincentivi in relazione al settore del solare termico.
Secondo le associazioni di categoria la legislazione di oggi non è molto adeguata a sostenere lo sviluppo del fotovoltaico termico. Gli strumenti ci sono, ma non verrebbero attivati in maniera efficiente. In particolare si dovrebbe puntare su maggiori agevolazioni fiscali, in modo che le imprese possano programmare degli investimenti anche a lungo termine.
Ci dovrebbe essere la possibilità di velocizzare i tempi di recupero dell’investimento iniziale, infatti oggi si deve aspettare dieci anni circa per recuperare ciò che si è investito inizialmente. Tra l’altro il Conto Energia per il settore termico si trova ancora allo stato di bozza e sarebbe rivolto soltanto ai soggetti pubblici.
Proprio per questo le associazioni del settore chiedono anche una migliore organizzazione delle agevolazioni in Italia, passo importante per garantire uno sviluppo sostenibile che possa definirsi veramente tale.
Le associazioni ambientaliste sono d’accordo ai tagli
A cura di Gianluca Rini
La questione degli incentivi per il fotovoltaico 2012 è molto controversa. Soprattutto non si sono placate le polemiche sul provvedimento sull’argomento che il Governo ha preso con il decreto liberalizzazioni. Da una parte le imprese, con le associazioni di categoria, continuano a far sentire il loro dissenso, mentre dall’altra intervengono anche le associazioni ambientaliste, in molte dimostratesi favorevoli alle misure che sono state prese. Il punto resta sempre quello della sostenibilità ambientale. Il blocco degli incentivi favorirebbe i paesaggi agricoli.
Nello specifico Enzo Cipressi, della sezione Puglia della Lipu, ha fatto presente che ci sono, soprattutto nel sud Italia, tante aree che sono state distrutte dal ricorso alle energie rinnovabili, che tanto riscontro hanno trovato negli ultimi tempi. Il tutto rappresenta un grande rischio in termini di impatto ambientale.
Ecco che cosa è stato dichiarato dal rappresentante della Lipu: “Vaste aree del Mezzogiorno sono ormai snaturate e devastate dalla corsa alle rinnovabili ‘senza se e senza ma’. Un capitolo triste, ascrivibile a quella miseria politica che ha gratificato speculatori e faccendieri, con il sostegno di una evidente sottocultura con la quale gli impianti industriali fotovoltaici (come quelli eolici), sono stati addirittura definiti ‘parchi’. A fronte di distese solari disseminate qua e là, senza criterio e rispetto alcuno nelle aree agrarie e pastorali, poco più in là le urbanizzazioni, le aree industriali o comunque antropizzate da decenni di cemento selvaggio rimangono invece del tutto o quasi inutilizzate da tali insediamenti.”
Commenti positivi allo stop agli ecoincentivi arrivano anche dal Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, che chiede alle autorità governative di fermare la realizzazione degli impianti già autorizzati, in modo da non mettere a rischio la natura.
Incentivi fotovoltaico 2012: che cosa stabilisce il decreto liberalizzazioni
È vero che il pacchetto liberalizzazioni non fornisce più incentivi statali per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, sui terreni agricoli? Così sembrava, per garantire lo sviluppo delle energie rinnovabili coniugato, però, alla tutela ambientale. Così è, in effetti, ma ai più è sfuggito un particolare. Nello stesso pacchetto, c’è una norma che permette di aumentare l’ammontare dei sussidi per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra. Come dire, da una parte faccio finta di toglierti, e dall’altra ti do (basta che non lo fai sapere in giro).
E invece no, noi vogliamo farlo sapere eccome. Perché è inutile che questo governo si professi attento alle problematiche del territorio e a basso impatto ambientale, se poi i fatti dicono il contrario. La tutela dei terreni fertili e del settore agricolo, infatti, è un tema importante per il nostro paese, che il mercato dell’energia pulita non potrà mai soppiantare. La convivenza è d’obbligo, senza però che il primo prevarichi il secondo. A questo, infatti, serviva una norma più stringente sui pannelli solari a terra. Se gli incentivi per gli impianti su serre e quelli sugli edifici sono però equiparabili (come previsto al comma 3 dello stesso articolo 65), tutti i discorsi fatti precedentemente non hanno più alcun valore. Se anche i pannelli fotovoltaici possono essere posizionati solo sul 50% della superficie, l’aumento degli incentivi (che li livella a quelli del posizionamento sugli edifici) elimina di fatto qualsiasi possibilità di risolvere efficacemente il problema. E se i produttori si stancassero di produrre cetrioli e pomodori, e scoprissero invece le energie rinnovabili hanno un rendimento molto maggiore? Non è possibile salvare un settore (anche a livello economico e occupazionale) sulle spalle di un altro. In questo dobbiamo dire al Ministro dell’Ambiente, a quello per le Politiche agricole e a tutto il governo che no, proprio non ci siamo.
photo: cortesdeclima