Nel dicembre del 1992, un incidente aereo si consumò nei pressi dell’aeroporto di Tripoli (Libia): oltre 150 persone persero la vita.
A ridosso delle festività natalizie del 1992, nelle vicinanze dell’aeroporto di Tripoli, in Libia, due velivoli entrarono improvvisamente in collisione: si trattava, nel dettaglio, di un Boeing 727-200 e un Mikoyan Gurevich MiG-23.
Uno scontro terribile. Il bilancio fu drammatico i passeggeri del primo aereo persero tutti la vita ed erano 157, mentre quelli a bordo del velivolo dell’Aereonautica Libica si lanciarono dal velivolo e rimasero vivi.
L’incidente si consumò il 22 dicembre. Quel giorno, il Boeing 727-200, lasciò l’aeroporto di Benina e avrebbe dovuto raggiungere quello di Tripoli con a bordo 157 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio.
Il volo di linea non registrò problemi ed era giunto quasi a destinazione, quando all’improvviso gli fu dato ordine di raggiungere un circuito di attesa. Avrebbe, dunque, dovuto aspettare che l’altro aereo, un velivolo militare, passasse. Qualcosa, però, non andò per il verso giusto e il velivolo militare impatto con la coda del Boeing 727. Un urto che fece perdere quota all’aereo, poi schiantatosi subito dopo al suolo.
Il disastro non lascio nessun superstite del volo di linea della Libyan Arab Airlines. I due occupanti del MiG si lanciarono e non riuscirono a salvarsi. A nulla servirono i tempestivi soccorsi giunti sul luogo dello schianto.
Appena saputo della collisione tra i due velivoli, nell’immediato, il pilota e l’istruttore a bordo del MiG furono arrestati. Poco dopo il terribile disastro aereo, fu negata la possibilità di far uscire notizie ad un portavoce dell’autorità civile libica. I cadaveri delle vittime non libiche furono sepolti all’interno di una fossa comune, considerati i pessimi rapporti internazionali della Libia. Trascorsi diversi anni, l’istruttore del volo militare decise di parlare, lui stesso dichiarò che aveva visto cadere la coda del Boeing prima che avvenisse l’impatto. Lo stesso dichiarò, inoltre, che non ci fu nessuno scontro, ma semplicemente gli aerei erano a poca distanza.
Ali Aujali, un diplomatico libico, dichiarò che era stato Gheddafi ad ordinare che il Boeing 727 doveva essere abbattuto e doveva avvenire in una data precisa, ovvero quattro anni dopo l’attentato del Volo Pan Am 103. In un primo momento, l’idea era quella di fare esplodere una bomba, ma quel giorno non esplose, così decise di farlo abbattere. Ovviamente non fu possibile dimostrare tali teorie.
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