Nel febbraio del 1996 un incidente aereo, avvenuto a Puerto Plata (Repubblica Dominicana) provocò la morte di 189 persone.
Alle 23:47 del 6 febbraio del 1996, un aereo precipitò improvvisamente, poco dopo il decollo, schiantandosi in mare. Questa la tragedia consumatasi a circa 26 chilometri da Puerto Plata (Repubblica Dominicana), da dove il velivolo era partito, nelle acque del Mar dei Caraibi.
Sull’aereo della compagnia Birgenair, che aveva volato 11 anni prima dell’incidente, si trovavano 189 persone in totale, di cui 13 membri dell’equipaggio, purtroppo, nessuno di loro si salvò. Per accertare le cause del disastro vennero avviate le indagini.
Incidente aereo di Puerto Plata: la ricostruzione
Nella tarda serata del 6 febbraio del 1996, il volo Birgenair 301, su cui viaggiavano 189 persone, la maggior parte dei quali turisti tedeschi che avevano trascorso un periodo di vacanza ai Caraibi, lasciò l’aeroporto internazionale Gregorio Luperón di Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana.
Il capitano del Boeing 757-225, diretto a Francoforte sul Meno, in Germania, durante il decollo, si accorse di un guasto al suo anemometro. Quello del primo ufficiale funzionava in maniera corretta, dunque, non vennero interrotte le operazioni. Ad un’altezza di 1.400 metri, l’anemometro del capitano indicava una velocità del velivolo non corretta: 340 nodi, circostanza che fece attivare il pilota automatico per ridurre la potenza dei motori mettendo il Boeing in una posizione con il muso sollevato. Si attivarono contemporaneamente i vari allarmi dell’aereo creando confusione nell’equipaggio: il pilota provo a dare potenza ai motori, ma l’aereo si trovava ancora con il muso sollevato.
Una serie di situazioni che fecero precipitare il velivolo poi schiantatosi nel Mar dei Caraibi, a circa 26 chilometri da Puerto Plata. Tutte le persone a bordo persero la vita.
L’incidente forse provocato da un nido di api
Le inchieste successive portarono alla conclusione che i piloti persero il controllo del velivolo perché non furono in grado di riconoscere l’attivazione dello stick shaker come un avvertimento di stallo imminente. La confusione fu generata dalle informazioni errate dell’anemometro del comandante. Quest’ultimo sembra essere stato mandato in tilt dall’occlusione di uno dei tubi di Pitot (misuratori della velocità del vento). Gli investigatori ipotizzarono che il tubo in questione fosse stato ostruito da un nido di vespe vasaio, specie molto diffusa nella Repubblica Dominicana. L’ipotesi non fu mai confermata poiché nessuno dei tubi venne recuperato dopo il disastro.
A pochi mesi dalla tragedia, la compagnia aerea Birgenair dichiarò bancarotta e chiuse definitivamente i battenti cessando di operare.