L’incendio al motore del volo British Airtours 28M ha causato 55 vittime. Scarse ed inappropriate le operazioni di evacuazione dei passeggeri
L’incendio del volo British Airtours 28M è stato il più grande incidente che abbia colpito la città di Manchester, ed allora il quarto più grave del Regno Unito. L’aereo sarebbe dovuto decollare dall’aeroporto di Manchester ed avrebbe dovuto raggiungere l’aeroporto di Corfù, in Grecia. Il volo non è mai arrivato a destinazione. Poco dopo la partenza, ma prima del decollo la propagazione di un incendio ha causato ben 55 vittime a bordo, dei 137 occupanti, di cui 131 erano passeggeri e sei membri dell’equipaggio.
Da quel momento le norme sulle disposizioni per le uscite di emergenza sono cambiate radicalmente, non solo sui voli britannici, ma in tutte le compagnie. Le procedure di evacuazione evidentemente non erano state efficaci. Due vigili del fuoco che hanno assistito le operazioni di controllo, tutti gli assistenti di volo, comprese le due vittime, hanno ricevuto onorificenze postume.
La ricostruzione dell’incidente del volo British Airtours 28M
Alle ore 7:13 locali, durante la prima fase di decollo, prima che le ruote si staccassero da terra, i piloti hanno sentito un forte tonfo proveniente dall’area in cui era posizionato il motore. Il primo pensiero fu che potesse essere esploso un pneumatico. I piloti a questo punto decisero di bloccare la fase di decollo, e attivarono gli invertori di spinta. La frenata brusca è durata circa 5 secondi. Poco dopo ci fu una frenata più leggera, per evitare che i passeggeri potessero subire dei danni. Ad un certo punto, circa nove secondi dopo, iniziò a suonare il segnale d’allarme antincendio. Nei dieci secondi successivi il controllore della torre confermò che c’era molto fuoco. E suggerì di evacuare i passeggeri dal lato destro dell’aereo. Purtroppo, a causa di un errore di progettazione del sistema di scorrimento della porta di emergenza di destra, l’assistente di volo senior ebbe numerosi problemi nell’aprire il portellone. Allora cercò di rivolgersi alla porta anteriore sinistra e fece estendere lo scivolo.
Immediatamente arrivarono le autopompe dei soccorsi, che spruzzarono della schiuma sulla fusoliera per evitare che il fuoco entrasse all’interno della cabina, mentre i passeggeri stavano uscendo lentamente. La misura della cucina che serviva per le bevande ed il cibo, aveva creato una strettoia nelle uscite di emergenza, per cui i passeggeri in uscita furono costretti a passare in un cunicolo largo 57 cm. Di conseguenza si bloccarono. Una hostess iniziò a tirare fuori i corpi uno per uno, fino a che il blocco non fu eliminato. Anche l’uscita dai portelloni posti sulle ali incontrò non poche difficoltà, visto che l’uscita a sinistra era bloccata da fumo e fiamme. Nel frattempo la cabina si era riempita di fumo e di fuoco, e diversi corpi erano sdraiati per terra, svenuti o forse è già morti. I superstiti dichiararono che i corpi bloccavano il corridoio. Quando riuscirono a entrare i vigili del fuoco, dopo essersi accertati che tutti i passeggeri superstiti furono usciti, il fuoco aveva già inondato tutta la cabina. E da lì l’esplosione finale.
L’inchiesta successiva
Gli inquirenti condussero due indagini separate: una sulla causa dell’incidente e una sulle vittime. Da una parte l’accertamento del guasto al combustore numero 9 del motore di sinistra. E dall’altra le inadeguate procedure per l’evacuazione dei passeggeri. In particolare, la posizione della cucina creò una strettoia che fu fatale per molte persone, le quali rimasero intrappolate all’interno della cabina e morirono a causa delle esalazioni di fumo tossico.
IL TG DI WWW.ECOO.IT