Fu di due morti e undici feriti il bilancio dell’incidente ferroviario verificatosi ad Alessandria nell’ottobre del 1941: la ricostruzione della tragedia.
Nel pieno della seconda Guerra Mondiale, uno dei conflitti più sanguinosi di tutta la storia, nel nostro Paese si verificò un tragico incidente ferroviario: il dramma il 22 ottobre 1941 ad Alessandria nei pressi del Bivio Bormida.
Qui, due treni si scontrarono improvvisamente: un impatto molto violento che provocò la morte di due persone e diversi feriti, poi trasportati in ospedale. Sul luogo della tragedia si recarono le squadre di soccorso e le forze dell’ordine.
Nella serata del 22 ottobre 1941, a due giorni dell’entrata delle truppe italiane a Stalino (l’attuale Donetsk – Ucraina), nell’Unione Sovietica, ad Alessandria si consumò una tragedia, un incidente ferroviario il cui bilancio fu di due morti e undici feriti, alcuni dei quali in maniera grave.
Coinvolti nel disastro due convogli: l’accelerato partito da Torino e diretto a Roma ed un treno merci che sarebbe dovuto giungere a Piacenza. Il primo treno, dopo la sosta prevista alla stazione ferroviaria di Alessandria, intorno alle 22:45 giunse all’altezza del ponte sulla Bormida. Il macchinista, però, si accorse troppo tardi che fermo sulle rotaie vi era il convoglio merci contro cui si scontrò violentemente, nonostante aveva iniziato le manovre per frenare. Nell’impatto gli ultimi cinque vagoni del convoglio merci andarono completamente distrutte, ma lo scontro poteva essere ancora più drammatico se il macchinista non avesse avviato le procedure di frenata.
Sul posto vennero inviate le squadre di soccorso, il personale delle ferrovie e le forze dell’ordine. Purtroppo, per i due frenatori di coda non ci fu nulla da fare: entrambi morirono nella collisione. I feriti, alcuni dei quali gravi, vennero trasportati in ospedale per le cure del caso.
Per appurare con certezza le cause ed eventuali responsabilità, venne immediatamente aperta un’inchiesta. In un primo momento, la responsabilità del disastro venne attribuita ai due deviatori che si trovavano nella cabina di comando del bivio Bormida: secondo l’indagine, i due avrebbero dato il via libera al treno diretto verso Roma prima che il treno merci lasciasse il bivio dove poi avvenne lo scontro.
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