Un treno espresso, partito da Palermo e diretto a Venezia, deragliò nei pressi della stazione di Rometta Messinese: la ricostruzione dell’incidente del 20 luglio 2002.
Nell’estate del 2002, quando un treno deragliò lungo la linea ferroviaria Palermo-Messina, una tragedia che provocò la morte di otto persone e nota anche come l’incidente ferroviario di Rometta Marea o strage della Freccia della Laguna.
Il disastro si consumò nel tardo pomeriggio del 20 luglio nei pressi della stazione di Rometta Messinese, nel comune di Rometta (Messina). I soccorsi si precipitarono immediatamente sul posto non riuscendo, però, a salvare la vita ad otto persone. Altre 58 rimasero ferite, alcune delle quali gravemente.
A deragliare in quel tardo pomeriggio d’estate fu il convoglio numero 1932 che, poco prima, era partito dalla stazione di Palermo per raggiungere Venezia Santa Lucia. Dopo essere transitato dalla stazione di Milazzo, il convoglio, su cui si trovavano 190 passeggeri, uscì dai binari a poca distanza dallo scalo di Rometta Messinese schiantandosi contro costruzione, una casa cantoniera a bordo delle rotaie.
L’impatto provocò il deragliamento di alcune carrozze. Infine, il convoglio ruotò su sé stesso e si arrestò rischiando di finire nella scarpata sottostante. La voce si diffuse velocemente e sul posto per prestare i primi soccorsi accorsero gli abitanti di Rometta e i dipendenti ferroviari. Poco dopo sul luogo dell’incidente si precipitarono le ambulanze, i vigili del fuoco e gli agenti della polizia. Tutti si rimboccarono le maniche per estrarre più passeggeri possibili dalle carrozze distrutte.
I soccorsi durarono per diverse ore e si conclusero a notte fonda. I feriti furono trasportati tempestivamente negli ospedali più vicini della zona. Il bilancio fu drammatico: 8 persone decedute e 58 ferite, di cui alcune in maniera grave. Tra le vittime anche uno dei macchinisti del convoglio, l’altro rimase gravemente ferito.
Vennero avviate tre inchieste per stabilire quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità. A causare il deragliamento del treno, secondo quanto appurato, fu il cedimento di un giunto. Inizialmente, vennero accusati di omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario l’amministratore della ditta che si era occupata della manutenzione del binario e i tre funzionari delle ferrovie incaricati compito del collaudo della linea.
Dopo anni di processi, questi si conclusero nel 2014 con l’assoluzione per uno dei funzionari e per il titolare dell’azienda e con la condanna degli altri due funzionari, la cui pena fu condonata. Due anni più tardi si procedette con la demolizione dei resti del treno espresso.
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