Il 18 febbraio del 1934 si consumò una sciagura ferroviaria tra le stazioni di Populonia e Porto Vecchio di Piombino: uno scontro tra due treni costato la vita a 16 persone.
Sono passati 89 anni da quel terribile 18 febbraio del 1934 quando due treni rimasero coinvolti in un drammatico incidente: si trattava dell’accelerato AT 974-bis e l’automotrice AT 959. Il primo era partito da Piombino, mentre il secondo da Livorno.
I due convogli entrarono in collisione nel tratto ferroviario compreso tra le stazioni di Portovecchio di Piombino e Populonia. Una tragedia che, purtroppo, provocò la morte di 16 persone ed il ferimento di altre 11.
Il treno accelerato quel giorno fu messo in funzione per poter smaltire il grande flusso di gente che raggiungeva Piombino in occasione dei festeggiamenti del Carnevale. L’automotrice AT 959, invece, cominciava la sua corsa dalla stazione di Populonia, subito dopo l’arrivo di un convoglio, l’AT 974. Chi si trovava alla guida, però, dimenticò che sarebbe dovuto arrivare anche l’accelerato.
Lasciato lo scalo, dunque, dopo pochi chilometri, per esattezza cinque, i due convogli si scontrarono. L’impatto fu terrificante, considerato che l’automotrice partita da Populonia viaggiava ad una velocità di circa 120km/h. Subito dopo lo scontro, quest’ultimo treno prese fuoco e venne trascinato per alcuni metri prima di deragliare.
Le fiamme divorarono rapidamente il convoglio e molti passeggeri morirono carbonizzati. Una scena terrificante quella che si presentò davanti ai soccorsi, avvertiti subito dopo lo scontro. Le squadre iniziarono subito le operazioni di soccorso estraendo i passeggeri dalle lamiere. Molti vennero trasportati in ospedale, per altri non vi fu nulla da fare: i loro corpi vennero ritrovati completamente carbonizzati, tanto da renderne complicato anche il riconoscimento.
Alla fine il bilancio fu di 16 persone morte, la maggior parte per le ustioni riportate, ed 11 feriti. Le 16 vittime, tra cui vi erano il macchinista ed il capostazione, si trovavano tutte sull’automotrice.
Le inchieste successive confermarono che alla base della tragedia vi fu un errore umano: il personale dell’automotrice AT 959 dimenticando del secondo treno non aspettò il suo arrivo in stazione e lasciò lo scalo.
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