L’oceano non nasconde solo un mondo misterioso, ma cela anche tanti segreti: l’incidente che ha causato un tappeto di pesci morti.
Al largo della costa francese, nell’inverno 2022 è stato rinvenuto uno sterminato tappeto di pesci morti, che praticamente ha invaso un’area molto estesa. Migliaia di pesci uccisi per un tragico incidente accaduto a un peschereccio di proprietà olandese, uno dei più grandi al mondo. Nell’Oceano Atlantico sono stati dispersi oltre 100 mila carcasse di pesci.
Si è trattato di uno strato compatto di merluzzo azzurro, destinato al commercio di olio di pesce e di bastoncini di pesce, che si è riversato in mare a causa della rottura nelle reti del peschereccio. La PFA, la società che si occupa di difendere il peschereccio, è stata accusata dagli animalisti di aver scaricato irregolarmente i pesce, tutti esemplari indesiderati.
Secondo quanto riportato dall’associazione ambientalista Sea Shepherd Onlus, si è trattato in realtà di una violazione del trattato di pesce imposto dalle regole della UE. Al largo della costa occidentale francese, lo scorso anno è stata ordinata un’inchiesta per la strage avvenuta nel Golfo di Biscaglia.
La sottospecie di merluzzo rinvenuta appartiene al melù. Oltre 100 mila carcasse, che si sono estese per 3 mila metri quadrati, formando così un tappeto bianco galleggiante sulla superficie dell’acqua. Il peschereccio responsabile di tale incidente è l’FV Margiris, di proprietà olandese, il secondo più grande al mondo. La PFA (Pelagic Freezer Trawler Association) si è giustificata, dando la colpa a un fatale incidente alle reti da pesca.
Come ha sottolineato la PFA, si è trattato di un tragico incidente, che capita raramente. Tuttavia, le immagini divulgate dei soccorsi della ong Sea Shepherd sono scioccanti, e sotto c’è il sospetto, ancora oggi irrisolto, di uno scarico indesiderato. Si tratta, infatti, di pesci non utili per il commercio, pescati accidentalmente, e poi rimessi in mare prima dell’approdo al porto.
Purtroppo, incidenti simili non sono rari, come invece afferma la società PFA, ma ogni tanto campeggiano in prima pagina su tutti i quotidiani del mondo. Ad esempio, qualche tempo fa c’era stata la strana moria di pesci lungo le coste statunitensi, a San Francisco, oppure centinaia di migliaia di pesci morti in Ighilterra, a causa del poco ossigieno, e ancora, i milioni di pesci uccisi sulle rive del fiume in Australia, senza contare le atroci sofferenze che la pesca intensiva e gli allevamenti comportano ai danni di questi poveri animali.
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