Nuovi e scottanti prove riemergono sulla morte di Sara Scimmi tanto che la procura ha riaperto il caso. I motivi
Sembra passata un’eternità da quel 9 settembre 2017. 6 anni addietro. Una vita fa. Una data indimenticabile per la famiglia Scimmi perché, in quella notte, la figlia Sara morì ai bordi della Strada regionale 429. A ucciderla un Tir che l’avrebbe investita dopo una serata in discoteca.
Eppure nessuno crede che un mezzo pesante sia il responsabile della morte della ragazza. Nemmeno i tribunali che, in primo grado, hanno assolto Mirko Morelli perché impossibilitati nell’accertare se Sara fosse ancora viva al momento dell’impatto. Ma soprattutto l’autotrasportatore ha sempre dichiarato di aver visto prima dell’incidente, sul lato destro, una luce come di un telefonino. Dettagli che hanno portato la Procura di Firenze a riaprire l’indagine.
Come detto la Procura fiorentina ha riaperto il caso sulla prematura scomparsa di Sara Scimmi causata da TIR. Una morte a cui la famiglia non ha mai creduto. Addirittura nuovi elementi dimostrano che sul corpo c’erano di violenza. La loro ipotesi? La ragazza avrebbe chiesto un passaggio per tornare a casa e qualcuno l’avrebbe lasciata esanime sul ciglio della strada per simulare l’incidente.
Grazie all’impegno dell’avvocato Antonio Guglielminelli e della società statunitense Emme Team, che collaborano con i genitori e la sorella della ragazza, sono state presentate nuove prove nel caso della scomparsa di Sara Scimmi. Il team legale ha presentato una denuncia alla Procura di Genova lo scorso settembre, contestando omissioni di atti d’ufficio e allegando le nuove prove raccolte.
Le indagini di Emme Team hanno, poi, portato alla luce una possibile manomissione della copia forense dello smartphone utilizzato dalla vittima e l’individuazione di un’auto che, attraverso le riprese di videosorveglianza, potrebbe aver trasportato Sara Scimmi fino al luogo in cui ha perso la vita. Utilizzando tecnologie avanzate di restauro video disponibili negli Stati Uniti, il team è stato in grado di identificare il modello dell’auto coinvolta nell’incidente e ha persino scoperto la targa e il proprietario.
La nota di Emme Team riporta inoltre che, nel frattempo, nuovi testimoni hanno fatto emergere informazioni utili riguardanti quella fatidica notte e le perizie eseguite sui social network e sul telefono di Sara Scimmi hanno portato alla luce elementi importanti. Dopo quasi sei anni dalla scomparsa della ragazza, la sua famiglia ha finalmente l’opportunità di chiudere un lungo e faticoso percorso per scoprire la verità e ottenere giustizia.
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