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Incidente volo South African Airways 295, l’incendio nella stiva

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Nessun sopravvissuto sul volo south african airways 295. Le cause che portarono l’aereo a precipitare nell’Oceano Indiano sono ancora avvolte nel mistero.

aereo schianto nell'oceano
Volo South african airlines prima dell’incidente (Foto da Wikipedia) – Ecoo.it

Percorriamo a ritroso il tempo fino alla fine degli anni 80 del Novecento. Il Sudafrica non era un paese sicuro, L’apartheid era ancora copiosamente presente, con la conseguenza di numerosi episodi di crisi manifestata dal malcontento della popolazione. Ed il volo south african airways 295, che era in partenza da Taiwan per arrivare in Sudafrica, con uno scalo intermedio nell’aeroporto delle Mauritius, il 28 novembre 1987 fu vittima di un incendio che lo fece precipitare nell’Oceano Indiano.

L’atmosfera calda in cui versava il Sudafrica, unita al fatto che buona parte delle scatole nere non furono ritrovate, portò numerose persone ad avvalersi di teorie cospirazioniste. Su tutti David Klatzow, uno scienziato forense. Le sue teorie sono state etichettate come cospirazioniste contro il governo sudafricano. Nonostante avessero delle basi logiche, dovute anche al fatto che la fonte dell’incendio non è stata mai identificata.

La ricostruzione dell’incidente

L’incendio coinvolse l’aereo poco dopo la sua partenza da Taiwan. Non arrivò mai in Sudafrica. Il velivolo era un modello Boeing 747 di proprietà della south african airways. Era il 28 novembre 1987. Trentaquattro minuti dopo il decollo i piloti contattarono il traffico aereo per ottenere un autorizzazione per un atterraggio di emergenza. Sono state riportate le comunicazioni registrate su cui gli inquirenti hanno condotto le indagini. Ci sono state richieste di emergenza, e contemporaneamente degli errori di interpretazione da parte della torre di controllo.

Oceano (Foto da Canva) – Ecoo.it

Ma non è stato questo a determinare l’incidente. Ad un certo punto, inizialmente inspiegabilmente, le comunicazioni con il controllo di terra si interruppero bruscamente. E da lì nessuna notizia del velivolo. le ricostruzioni portarono ad ipotizzare che le fiamme, che provenivano dalla stiva, iniziarono a distruggere importanti sistemi elettrici che bloccarono le comunicazioni. Qualche minuto dopo l’aereo si disintegrò in aria e i detriti precipitano velocemente nell’Oceano indiano. Un’altra teoria era che l’aereo precipitò intero dopo la morte dell’equipaggio causata dal fumo e dal fuoco. I soccorsi, dato che l’aereo si trovava vicino alle Mauritius, iniziarono a localizzare i primi detriti 12 ore dopo l’incidente. Tutti i passeggeri e membri dell’equipaggio morirono nello schianto.

Le indagini successive la teoria cospirazionista

Aereo che cade in mare (Foto da Canva) – Ecoo.it

Dagli orologi funzionanti trovati ai polsi di qualcuno dei corpi che erano stati recuperati dal relitto, si ipotizzò l’ora approssimativa dello schianto. Poco dopo l’incidente, i media iniziarono a far girare voci secondo le quali l’abbattimento del del velivolo fu causato da un’azione terroristica. Date anche le ultime comunicazioni con l’equipaggio, e le autopsie sui corpi, la causa più probabile fu un incendio che era partito dalla stiva ed aveva coinvolto progressivamente il sistema elettrico dell’aereo, rendendo impossibile qualunque azione di salvataggio da parte dei piloti.

Contemporaneamente, dato il clima che si stava vivendo in Sudafrica, uno scienziato forense, il nome David Klatzow, ipotizzò uno scenario diverso. Le prime critiche furono condotte nei confronti della commissione che si occupò di svolgere le indagini, la quale agì, ha detta dell’uomo, in modo non coerente. Inoltre non furono rilevati materiali che potessero essere infiammanti o causa della propagazione dell’incendio. Alla fine Klatzow ipotizzò che l’aereo contenesse delle armi per ordine diretto del governo sudafricano. Il Sudafrica in quel periodo era soggetta ad un embargo sulle armi. Dunque per difendersi doveva acquistarle clandestinamente. E la presenza di esse sul volo che esplose venne ritenuta probabile da un buon numero di persone.

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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